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martedì 17 luglio 2012

IL DUOMO DI MILAZZO, il più grande monumento cittadino: monumentale spreco di denaro pubblico!

Articolo del 2003... qualche anno fa... ma poichè si tratta di Milazzo, naturalmente niente è cambiato, anzi alcune parti 'restaurate' già presentano preoccupanti segni di degrado!

venerdì 9 dicembre 2011

LETTERA APERTA AI POLITICI SICILIANI (E NON SOLO!)

Trenitalia sopprime gli ultimi treni notturni a lunga percorrenza che per decenni sono stati simbolo dell'emigrazione. Il Treno del sole (Palermo-Torino), la Freccia della Laguna (Siracusa-Venezia), il Treno dell'Etna (Catania-Milano) e molti altri resteranno solo un ricordo per i viaggiatori meridionali e per i turisti che hanno scoperto la Magna Graecia facendosi trasportare dagli scossoni dei lenti treni italiani.
 
I giovani siciliani e calabresi, grazie ai treni notturni, "a prezzi abbastanza ridotti" hanno potuto per decenni raggiungere lontane sedi di lavoro o di studio (con bagagli numerosi al seguito!) e, soprattutto, COLMARE PARZIALMENTE IL GAP CULTURALE ESISTENTE, viaggiando per assistere a concerti, visitare mostre e rassegne, godere di quelle iniziative culturali che molto raramente vengono organizzate nell'Isola.
C'è l'alternativa dei voli LOW COST, dice Trenitalia... CI PRENDONO PER STUPIDI? Si meriterebbero davvero UN BOICOTTAGGIO RADICALE dei loro servizi! Noi che per decenni abbiamo mantenuto quei carrozzoni sporchi e malfunzionanti per cronica mancanza di alternative! Se ve ne fossero state, in passato, chi avrebbe scelto mai di dormire in sudici carri (bestiame) con cuccette a 6 posti per scomparto???

QUALCHE DATO INCONTROVERTIBILE: il 65% dei Siciliani e dei Calabresi vive a più di 1 ora di distanza da un aeroporto. Inoltre, quel che è peggio, PALERMO E CATANIA non riescono ad accontentare le numerose richieste, soprattutto nei periodi festivi, dei turisti e dei migranti che partono e arrivano. Le poche compagnie aeree che collegano la Sicilia con MILANO, BOLOGNA o VENEZIA non hanno un numero di voli adeguato e, spesso, anche questi, hanno orari così scomodi da ESSERE FUNZIONALI SOLO AI RESIDENTI a Catania e Palermo.
Inoltre, l'"Aeroporto dello Stretto" (che pomposo nome!) di REGGIO CALABRIA è quasi irraggiungibile dalla Provincia di MESSINA, anche per colpevole disinteresse dei politici locali. Quello di TRAPANI è, invece, eccentrico e praticamente raggiungibile solo dai Trapanesi. Il numero delle cosiddette compagnie aeree low cost negli ultimi anni si è assottigliato: sparite Volareweb, AlpiEagles, Myair... quelle rimaste hanno costi poco 'low' e disponibilità di posti assai limitata! PER ASSICURARSI, ad esempio, 4 POSTI SU UN VOLO NATALIZIO BISOGNA  PRENOTARE ALMENO A LUGLIO...

DAVANTI AD INIZIATIVE POLITICHE FORTI COME QUELLE MESSE IN ATTO DAI POLITICI CAMPANI E PUGLIESI MI DOMANDO DOVE SIANO I CARI POLITICI SICILIANI? DOVE SONO TUTTI QUEGLI 'ONOREVOLI' PROVINCIALI, REGIONALI, NAZIONALI, SENATORI PALERMITANI E "PANORMITANI" (CIOE' POLITICANTI "ONOREVOLIZZATI"), BEN RAPPRESENTATI DAI VARI SCHIFANI, NANIA, SCILIPOTI, CRACOLICI E MICCICHE'. ESSI SONO DA SEMPRE COSI' ABITUATI AI PRIVILEGI DELLA CASTA DA NON RENDERSI VERAMENTE CONTO DEI DISAGI DEI LORO CONTERRANEI ORAMAI SEMPRE PIU' ISOLATI! 
L'INTERA SOCIETA' ISOLANA STA SPROFONDANDO SEMPRE DI PIU' NELL'ISOLAMENTO ATAVICO!
CONSEGUENZE IMMEDIATE DELLA SCELLERATA DECISIONE DI TRENITALIA:
1) LE NUOVE GENERAZIONI MERIDIONALI AVRANNO MOBILITA' SEMPRE PIU' RIDOTTA!
2) GLI ANZIANI DEI CETI MEDI NON POTRANNO PIU' RAGGIUNGERE FACILMENTE I CENTRI DI ECCELLENZA DELLA SANITA' NEL NORD D'ITALIA!
3) LE FAMIGLIE NUMEROSE (DA 2 FIGLI IN SU) DOVRANNO AFFRONTARE PERICOLOSI E LUNGHI SPOSTAMENTI IN AUTO O ESOSI VIAGGI IN AEREO O NAVE PER EVITARE LA MALEDETTA AUTOSTRADA SALERNO-REGGIO CALABRIA!
SI STA TRASFORMANDO LA SICILIA IN UN GRANDE CENTRO DI PERMANENZA A TEMPO INDETERMINATO, STILE LAMPEDUSA DA CUI E' SEMPRE PIU DIFFICILE ALLONTANARSI... 
ONOREVOLI DI DESTRA E DI SINISTRA, DOVE SIETE????? SIETE TROPPO IMPEGNATI AD INCIUCIARE, A SPRECARE LE SCARSE RISORSE DELL'ISOLA, A CREARE E GESTIRE CLIENTELE? E I CONSIGLIERI DELLE NUMEROSE, INUTILI, PROVINCE SICILIANE? ESISTETE? DOPO LE CAMPAGNE ELETTORALI E LE VUOTE PROMESSE DI AEROPORTI IMMAGINARI (QUELLO DEL MELA, QUELLO DI COMISO, QUELLO DELLA VALLE DEI TEMPLI) AVETE ESAURITO LE VOSTRE DEMAGOGICHE E OFFENSIVE CHIACCHIERE?
SIETE TROPPO BEN ABITUATI A PRENDERE (IN AUTO BLU) L'AEREO DA PALERMO! PER VOI ROMA O MILANO SONO MOLTO VICINE... AL LIMITE VI INTERESSA CHE I VOSTRI RAMPOLLI -IMMERITEVOLI- RAGGIUNGANO LONDRA CON VOLO DIRETTO (GIORNALIERO!)! VERGOGNATEVI, ORMAI NON RAPPRESENTATE NEMMENO GLI ALLOCCHI CHE VI HANNO VOTATO! IMPARATE DAI PUGLIESI, DAI LUCANI E DAI CAMPANI, TRONFI E ARROGANTI, IMPARATE DA LORO COME SI GUADAGNA IL RISPETTO DEGLI ELETTORI, VERGOGNA!!!
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Corriere del Mezzogiorno.it  -29 novembre 2011
 Mobilitazione dei sindaci pugliesi contro Trenitalia: il documento

«Non si può tagliare il Mezzogiorno da rete nazionale»



Dalla Puglia, da Foggia è partita ieri la battaglia dei sindaci per il "diritto alla mobilità". Per una «giustizia infrastrutturale» che oggi non c’è, un divario tra Nord e Sud del Paese destinato ad aumentare e che presto non consentirà a migliaia di meridionali di avere a disposizione neppure tutti i collegamenti con Intercity ed Eurostar fino a questo momento ancora garantiti sui binari pugliesi, lucani, campani, calabresi e siciliani. Il 7 dicembre i sindaci, con l’appoggio dell’Anci nazionale e dell’Anci Puglia, hanno protestato a Roma dinanzi alle sedi del ministero dello Sviluppo economico e di Ferrovie dello Stato:

«Atti unilaterali che riguardano il Sud e che colpiscono i suoi diritti non saranno più accettati. A partire da ora non accetteremo mai più queste decisioni come fatti ineludibili, la Puglia e la Campania non intendono più essere oggetto di spoliazioni. Chi sta immaginando di risolvere il problema Italia smobilitando e depredando il Sud non ha capito nulla. Agiremo come soggetto collettivo, rompendo l’antica tradizione meridionale di affrontare singolarmente il Governo». Anche il presidente della Regione, Nichi Vendola ha scritto al ministro per le infrastrutture Corrado Passera esprimendo il proprio disappunto per i tagli profilati: «Non possiamo assolutamente condividere azioni o decisioni che tendono a rallentare o frenare i programmi di sviluppo di un territorio che sono fortemente connessi alla soddisfazione di esigenze di mobilita».
Antonella Caruso
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LEGGENDO QUESTO PEZZO MI SONO VENUTI I BRIVIDI:


"LA STAMPA" - 11/12/2011

A bordo del "diretto del sole" Palermo-Torino che da oggi viene soppresso. Negli scompartimenti le stesse storie di lacrime e speranza di 50 anni fa

Presto, presto, scendete, sta partendo». Jessica, 19 anni, devono quasi buttarla giù dal treno, in un precipizio di parole, baci e singhiozzi. Sharon, che di anni ne ha 4, scoppia a piangere vedendo la nonna allontanarsi con la faccia incollata al finestrino, le lacrime che rigano il vetro. «Mamma, mamma, non te ne andare», grida la ragazza. «Nonna, nonna, resta qui», implora la bambina, con la faccia avvampata come il vestitino fucsia a balze. «Vita mia, sangue mio», risponde lei, 44 anni appena, mentre il treno alle 12,32 lascia la stazione centrale di Palermo. I nomi sono quelli delle dive hollywoodiane, ma le lacrime sono le stesse di mezzo secolo fa, quando su questi binari partivano e restavano Rosalie e Concette, Carmele e Giuseppine. «Vita mia, sangue mio», ripete per ore abbracciata alla figlioletta Miriam, l’unica delle tre che porta con sé verso una nuova vita a Torino, mentre l’ultimo Treno del Sole – il convoglio che per 57 anni ha unito i due capi della Penisola – sferraglia a strapiombo su un mare da cartolina siciliana, con le pale di fichidindia che scorrono accanto ai binari e il sole estivo che investe lo scompartimento.
Ultimo viaggio: da oggi niente più collegamenti diretti tra Sud e Nord, per risalire lo Stivale bisognerà fare almeno una tappa a Roma o, in direzione contraria, a Bologna. Addio, proprio nell’anno centocinquantesimo dell’Italia unita, al Treno del Sole, ma anche al Conca d’Oro (Palermo-Milano), al Freccia del Sud (Catania-Milano), al Treno dell’Etna (Siracusa-Torino), alla Freccia della Laguna, il Palermo-Venezia. Tutti vagoni protagonisti di una seconda unificazione del Paese, con l’incontro-scontro tra dialetti e culture, l’emigrazione di massa, la partecipazione degli operai meridionali al boom economico nazionale.
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La signora Maria, 86 anni pieni di forza e di agilità, salita a Barcellona Pozzo di Gotto, non fa una piega. «E vabbè, pazienza, io su questo treno ci viaggiavo quando i sedili erano di legno, che cosa me ne importa delle lenzuola? Dormo vestita». Va a Pinerolo a trovare le sue figlie, anche loro emigrate: una infermiera, l’altra insegnante.  «È l’ultima volta che parto da sola, come faccio al ritorno a scendere e salire dai binari, a fare il viaggio pezzo a pezzo? Mi dovrà accompagnare qualcuno».
È ora di pranzo, sul treno non c’è una carrozza ristorante e non passa nemmeno un venditore di panini. Gli scompartimenti – due metri e mezzo per tre – si riempiono di chiacchiere, confidenze, storie di vita. Si parla in dialetto. Via le scarpe, tutti in pantofole come a casa.
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I vagoni corrono veloci sulle rotaie, superano il buio delle gallerie, si riaffacciano alla luce. Dai finestrini passano migliaia di case, migliaia di vite: tinelli e giardinetti di condominio, bambini con il grembiule all’uscita da scuola, donne che stendono i panni. Ci si abbandona, dentro questo ventre sferragliante e familiare. Ci si affida. Non nello spazio breve e vorticoso di un volo, ma su un cammino lungo, accidentato, fatto di uomini e sudore.  «Il treno è una grande metafora della vita», sentenzia Nino, ferroviere in pensione, innamorato dell’odore del carbone e della ferraglia. Squillano poco i telefonini, non c’è neanche una presa elettrica per ricaricarli, il tempo è sospeso. Poco prima delle quattro del pomeriggio si arriva a Messina, quasi un’ora di attesa prima dell’imbarco sulla nave. E un’altra ora allo sbarco. Si ripartirà da Villa San Giovanni alle 18,53. Tre ore di stop per soli venti minuti di traversata. «Siamo in ritardo?», chiede qualcuno ai ferrovieri in stazione. «No, è l’orario normale». Tanto che salgono nuovi passeggeri. C’è una signora distinta, aria professorale, zaino da viaggiatrice spiccia. Si chiama Nicolina Malara, calabrese di nascita, ordinario di Matematica all’Università di Modena e Reggio Emilia, figli poliglotti, cittadina del mondo. «Sono arrivata ieri sera da Bologna – racconta – adesso riparto per Torino. Se l’avessi dovuto fare in aereo, ci avrei messo due giorni che non mi potevo permettere. Il treno non è un mezzo lento, fa risparmiare tempo, perché parte dal centro città, non richiede spostamenti intermedi, consente di produrre, di leggere, di lavorare a bordo. L’aereo, oltretutto, ha consumi di carburante spaventosi, non è affatto il mezzo del futuro».
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Laura Anello

IL TESTO INTEGRALE: http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/433920/

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E I POLITICI DEL NORD? IN VENETO, AD ESEMPIO, ZAIA sulla soppressione dei treni notturni non alza ciglio. E' davvero un politico LIMITATO, come tutti gli omini verdi. E' poco lungimirante nei confronti degli albergatori di Jesolo che, GRAZIE ALLE GITE SCOLASTICHE DEI TERRONI, tengono aperti i loro casermoni anche d'inverno. Poco attento alle esigenze del turismo termale: egli forse non sa che il treno Palermo-Venezia, per decenni ha avuto come fermata fissa ABANO-MONTEGROTTO. Spero davvero che adesso i meridionali scelgano altre località nel centro d'Italia! E, spero vivamente che si rivolgano ad altre strutture sanitarie, magari situate in Lazio o Toscana. Ecco, invece, cosa preoccupa il "mio" governatore Zaia: l’inasprimento tributario sulle barche di lusso. Dice il politico leghista, ex-PR: "Giusto tassare la proprietà ma non l’ormeggio, altrimenti i turisti del mare ci abbandoneranno e sceglieranno la Croazia". Sai che perdita! Il 70% di proprietari italiani di barche di lusso dichiara meno di 50 mila euro all'anno... ANDATEVENE PURE VIA, PARASSITI!

mercoledì 28 settembre 2011

SALVARE LA STORIA DELL'ARTE: ultimo appello del FAI al MINISTRO Gelmini

L'ITALIA, COME E' NOTO A TUTTI, POSSIEDE IL PIU' VASTO PATRIMONIO ARTISTICO DEL PIANETA. MALGRADO GLI SCEMPI DEMENZIALI DI QUESTI ULTIMI DECENNI, NOI ITALIANI, FORSE IMMERITATAMENTE, CUSTODIAMO UN IMMENSO TESORO CHE, ADEGUATAMENTE VALORIZZATO, POTREBBE IMPIEGARE A TEMPO PIENO MOLTE PIU' RISORSE UMANE DELLE ATTUALI. PENSO AI GIOVANI STUDENTI DIPLOMATI DEI LICEI ARTISTICI, DELLE ACCADEMIE, AI NEOLAUREATI IN CONSERVAZIONE O ARCHITETTURA E, SOPRATTUTTO, A QUELLI CHE HANNO SCELTO DI STUDIARE AL CORSO TURISTICO (ITER) DELL'ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE. SE ESSI VIVESSERO IN UN ALTRO PAESE (CIVILE) TROVEREBBERO SUBITO IMPIEGO, AVENDO STUDIATO BEN 3 LINGUE STRANIERE E STORIA DELL'ARTE PER 5 ANNI MA SIAMO IN ITALIA, PAESE CHE STANZIA PIU' SOLDI PER LE FORZE ARMATE (PER COMBATTERE NEMICI INVISIBILI) CHE PER I PROPRI BENI CULTURALI. 
LA RIFORMA TREMONTI, MEGLIO CONOSCIUTA COME RIFORMA "EPOCALE" GELMINI, HA TAGLIATO PIU' DI 80.000 POSTI DI INSEGNANTI IN 4 ANNI, RIDUCENDO IL 'TEMPO SCUOLA' DEGLI STUDENTI ITALIANI: ALLE SCUOLE SUPERIORI, LE ORE, DA 36 SONO PASSATE A 32 SETTIMANALI. E PER FAR QUADRARE I LORO CONTEGGI DA RAGIONIERI COSA HANNO TAGLIATO? LE MATERIE CONSIDERATE "INUTILI": INGLESE, ITALIANO E, SOPRATTUTTO, STORIA DELL'ARTE! 
LE ORE DI STORIA DELL'ARTE NEL PIANO DI STUDI DELL'INDIRIZZO TURISTICO, DOVE IO INSEGNO DA ANNI, SONO PASSATE DA 10 A 6, CIOE'  INVECE DI STUDIARE 2 ORE A SETTIMANA PER CINQUE ANNI, I NUOVI ISCRITTI LA STUDIERANNO SEMPRE PER 2 ORE MA A PARTIRE DAL III ANNO! ESSENDO SPARITA LA MIA DISCIPLINA (GRAZIE MILLE GELMINI!) DAL BIENNIO, QUEL CHE IO SPIEGAVO, PROPONEVO, DOCUMENTAVO AGLI STUDENTI IN 5 ANNI ORA SONO COSTRETTO A 'ZIPPARLO' IN 3 ANNI. NEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI, ADDIRITTURA LA DISCIPLINA VIENE DEL TUTTO CANCELLATA, SPARENDO, QUINDI, ANCHE IN QUEGLI ISTITUTI CON INDIRIZZO TURISTICO (ALBERGHIERO), MODA O GRAFICA!
TRE ANNI FA L'ANISA, LA PRESIDENTE DEL FAI, CRESPI E ALTRI AUTOREVOLI INTELLETTUALI E (POCHI) POLITICI, COME L'ON. MANUELA GHIZZONI, AVEVANO VIVAMENTE PROTESTATO, SCRITTO LETTERE AI MAGGIORI QUOTIDIANI NAZIONALI, AL PRESIDENTE NAPOLITANO (IL QUALE AVEVA ANCHE RISPOSTO!) SENZA NEPPURE OTTENERE UN'ALZATA DI CIGLIO DAL MINISTRO GELMINI. VERGOGNOSAMENTE NE' BONDI, ALLORA MINISTRO DEI BENI CULTURALI, NE' L'ONOREVOLE BRAMBILLA, MINISTRO DEL TURISMO AVEVANO RITENUTO DOVEROSO INTERVENIRE: IL PRIMO PERCHE' SEMPRE IMPEGNATO NELLA LOGORANTE LOTTA TRA I COLONNELLI DEL PREMIER; LA SECONDA FORSE PERCHE' TROPPO IMPEGNATA SUL FRONTE DELLA TUTELA DEGLI ANIMALI.

A SETTEMBRE LA CRESPI HA SCRITTO DI NUOVO AL CORRIERE E, COME IN MOLTE ALTRE OCCASIONI, IL MINISTRO MARIASTELLA HA REPLICATO CON IL SOLITO TONO PICCATO. 

«Non insegnare storia dell' arte mette a rischio il nostro futuro»

Giulia Maria Crespi: "l'ambiente si difende con la cultura. Le future generazioni di funzionari statali non avranno le basi per agire responsabilmente"


Il ministro Mariastella Gelmini cosa sa della storia dell' arte italiana, del nostro Paese, della Nazione che lei governa? Sarei felice di incontrarla e di rivolgerle alcune domande...». Giulia Maria Crespi, Presidente Onorario nonché fondatrice del Fai, il Fondo Ambiente Italiano, gioca con il suo personaggio («ormai sono vecchia, dico senza paura ciò di cui sono convinta») sfoderando l' arma dell'autoironia. Ma i suoi argomenti, e i ragionamenti che propone, sono seri e solidissimi: «Ho letto con sgomento giorni fa proprio sul Corriere della Sera della misera condizione in cui si trova l' insegnamento della storia dell' arte nel nostro Paese. Cancellato, sparito. L' Anisa, l'associazione degli insegnanti di storia dell' arte, possiede un prospetto che fa paura. Storia dell' arte scomparsa nel biennio dell' Istituto tecnico per il Turismo. Lo stesso avviene nell' Istituto Professionale Turistico, Istituto Professionale per la Grafica, Istituto professionale per la Moda. Niente insegnamento nel primo biennio dei licei classico e scientifico. Dico: nel classico! Ma come è mai possibile?» Le due grandi passioni di Giulia Maria Crespi sono il Paesaggio italiano, quindi l' ambiente e la stessa tradizione agricola come parte integrante del contesto, e la storia della vicenda artistica del nostro Paese. Due capitoli che, ai suoi occhi, rappresentano un unicum: «I due temi sono strettamente collegati. Mi spiego. Non insegnare la storia dell' arte significa togliere una indispensabile conoscenza a intere, future generazioni di geometri, architetti, sindaci che dovrebbero rispettivamente studiare e governare il territorio. Ma come potranno farlo se ignoreranno l' arte italiana, così impregnata di Paesaggio culturale? Significa anche allevare nuove leve di funzionari statali, e quindi soprintendenti, che non avranno appreso da ragazzi i fondamenti della nostra storia artistica. Come faranno questi giovani soprintendenti a muoversi con conoscenza e responsabilità se non sapranno ciò che dovrebbero sapere?» Ma non è solo la macchina dei Beni culturali ad allarmare Giulia Maria Crespi: «Io mi domando e poi domando al ministro Gelmini. L' Italia è un paese che vivrà in futuro soprattutto di turismo legato alla cultura, al nostro patrimonio. Come è immaginabile educare i futuri operatori turistici privandoli di una disciplina fondamentale per il loro lavoro? Ridicolo! L'Italia è ricca solo di questo: di arte, di tesori, di musei, di passato.... Ha ragione lo storico e saggista inglese Paul Kennedy quando dice che l' Europa può ancora contare, per il suo futuro, sull' arte e la cultura. L' Italia più di tutti, aggiungo io, e quindi dobbiamo studiare e prepararci proprio per costruire quel futuro». Giulia Maria Crespi si concede un piccolo tuffo nella memoria: «Da ragazza ho studiato bene la storia dell' arte, nel triennio finale ci si applicava sui testi di Paolo D'Ancona, Fernanda Wittgens e Irene Cattaneo. Ma davvero non capisco come si possa abolire l'arte nel primo biennio...» Un sospiro, di quelli tipici del Presidente Onorario del Fai: «Stiamo svendendo tutto ai cinesi, lo sappiamo bene. Ma i cinesi non potranno mai comprarci i Templi d'Agrigento o il Duomo di Milano. Quindi dobbiamo imparare a conoscerli e ad amarli perché rappresentano il nostro futuro». Che fare, signora Crespi? «Dobbiamo protestare. Far sentire la nostra voce alla Politica. Ho saputo che il ministro Gelmini starebbe preparando un tavolo tecnico per esaminare il problema. E io vorrei sapere: chi siederà a quel tavolo tecnico? Quale conoscenza ha della storia dell' arte? Aggiungo che bisognerà quanto prima occuparsi anche della fine dell' insegnamento della musica. Nel resto d' Europa se ne apprende molta, di musica. Qui, nella patria del Melodramma, no. Tutto questo è grave, gravissimo, da irresponsabili...» 
(Paolo Conti, Corriere della Sera, Pagina 35 - 16 settembre 2011) 

ELLA NELLA SUA ALTEZZOSA RISPOSTA (GIA' IL TITOLO!) DEL 18 SETTEMBRE SBAGLIA GROSSOLANAMENTE POICHE' CITA DATI (VEDI IL TESTO IN ROSSO) SULLE ORE DI STORIA DELL'ARTE DELL'INDIRIZZO TURISMO DEL TECNICO (ITER) ASSOLUTAMENTE INESATTI (VEDI TABELLA SOTTO). QUESTO LO POSSONO CONFERMARE FACILMENTE MIGLIAIA DI STUDENTI CHE FREQUENTANO IL CORSO IN TUTTA ITALIA!!

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 La Gelmini e la Storia dell' arte «Più ore, nessuna riduzione»


Caro Direttore, sull' insegnamento della Storia dell' arte nelle scuole secondarie superiori sono state dette e scritte in questi giorni molte inesattezze. Occorre chiarire prima di tutto i dati di partenza che derivano dai quadri orari dei nuovi programmi varati con la riforma. Partiamo quindi dai dati di fatto: prima della riforma l'ordinamento del liceo classico prevedeva complessivamente, per la Storia dell' arte, 4 ore nel solo triennio (una in terza e quarta, due in quinta). Chi ha frequentato il liceo classico anni fa ricorderà bene, infatti, che la Storia dell' arte si studiava solo nel triennio. La riforma ha innalzato da 4 a 6 le ore di insegnamento nel triennio. Quanto al liceo scientifico, le ore previste per la Storia dell' arte sono rimaste invariate. La riforma ha, inoltre, introdotto due nuovi licei: quello linguistico e quello delle scienze umane. Trattandosi di percorsi nuovi non si può fare un confronto con un ordinamento precedente: in entrambi, però, è stata inserita la Storia dell'Arte. Il liceo artistico è stato profondamente trasformato e le ore di Storia dell' arte sono state portate da 9 a 15. Il liceo musicale, anch' esso di nuova istituzione, ne prevede 10. Quindi, la Storia dell' arte è stata inserita in tutti i nuovi licei ed è stata aumentata nel liceo classico rispetto agli ordinamenti vigenti prima della riforma. Anche nell' istituto tecnico per il turismo le ore di Storia dell' arte sono state portate da 5 a 6. Se il tema è quello della riduzione delle ore vorrei osservare che questa polemica non ha alcun fondamento. Naturalmente esistevano anche 800 diversi indirizzi sperimentali, una frammentazione inaccettabile ed insostenibile, che presentava i modelli orari più disparati e che non può essere oggetto di confronto vista l'estrema varietà. In alcuni percorsi, infatti, la Storia dell' arte era presente, in altri era del tutto assente anche nel triennio. Tra l' altro l' ultimo Rapporto Ocse rimprovera l' Italia dell' eccessivo numero di ore passate a scuola, mentre ogni Associazione disciplinare vorrebbe vedere aumentare l' orario della propria materia. In conclusione, vorrei ribadire l' impegno del governo nel favorire la conoscenza, da parte dei nostri studenti, dell' immenso e straordinario patrimonio artistico del nostro Paese. Nei prossimi giorni sarà firmata una convenzione con il Ministero dei Beni Culturali che prevede, tra l' altro, la collaborazione tra la rete dei servizi educativi del Mibac e le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado proprio per inserire nei piani dell' offerta formativa delle scuole progetti che appassionino i giovani alla cultura. La verità dunque è l' esatto contrario di quanto si dice: la formazione culturale dei ragazzi è una priorità e ne esce rafforzata, anche grazie alla riforma. Mariastella Gelmini Ministro dell' Istruzione, dell' Università e della Ricerca
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E' UN ERRORE DEPRECABILE? E' CONFUSIONE O SOLO SUPERFICIALITA'? PRIMA DI SCRIVERE AL CORRIERE DOVREBBE CERCARE DI DOCUMENTARSI MEGLIO, NO? MMMMM.... CAMBIARE COLLABORATORI? FORSE SI'!
A ME PERSONALMENTE LA SICUMERA DELLA RISPOSTA DA' NOTEVOLE FASTIDIO PERCHE' PROPRIO A CAUSA DEI TAGLI CHE ELLA NEGA MI TROVO A TROTTARE DA 3 ANNI PER TUTTA LA PROVINCIA PER COMPLETARE IL MIO ORARIO DI LAVORO. ELLA SCRIVE AL CORRIERE 'INESATTEZZE' (CHIAMIAMOLE COSI') CHE PUNGOLANO PARTICOLARMENTE CHI (SIAMO IN TANTI!) E' COSTRETTO OGNI GIORNO A SUBIRNE GLI EFFETTI!
SPIEGO MEGLIO: TRE ANNI FA INSEGNAVO 'STORIA DELL'ARTE E DEL TERRITORIO' AL TURISTICO IN 5 CLASSI, DALLA PRIMA ALLA QUINTA, QUINDI IL MIO ORARIO DI SERVIZIO ERA INTERAMENTE SVOLTO IN UN'UNICA SCUOLA; DOPO I TAGLI GELMINIANI-TREMONTIANI, LE CLASSI IN CUI INSEGNARE SI SONO QUASI DIMEZZATE E LE ORE MANCANTI AL MIO ORARIO DI LAVORO MI VENGONO ASSEGNATE DI ANNO IN ANNO DAL CSA (PROVVEDITORATO) DOVE CAPITA. CIOE' SONO DIVENTATO TITOLARE DI UNA CATTEDRA INCOMPLETA E SONO, QUINDI, COSTRETTO, SENZA UN EUROCENT IN PIU' PER LE TRASFERTE, A GIRARE PER TUTTA LA PROVINCIA PER 'PRESTARE' IL MIO SERVIZIO, CIOE' FARE IL TAPPABUCHI... 4 ORE QUI, 9 LI', MAGARI 8 ORE A 40 KM DI DISTANZA! ORE CHE UNA VOLTA ERANO ASSEGNATE AI SUPPLENTI, ORE CHE CAMBIANO OGNI ANNO E, SOPRATTUTTO, CLASSI E ALUNNI CHE CAMBIANO! SOLO A FINE ANNO SCOLASTICO (META' GIUGNO) SI DEGNANO DI COMUNICARMI DOVE INSEGNERO' A SETTEMBRE! CON QUESTO SISTEMA E' CHIARO CHE SPARISCE DEL TUTTO LA FAMOSA "CONTINUITA' DIDATTICA" CHE LA SCUOLA DOVREBBE GARANTIRE AI RAGAZZI!




ORMAI LA FRITTATA E' FATTA E I TAGLI SONO STATI APPLICATI ALLE PRIME CLASSI GIA' DALL'ANNO SCORSO! GRADITO MA TARDIVO ARRIVA UN SEGNALE DI DISCONTINUITA' ANCHE DAL GOVERNO: IL MINISTRO GALAN DICHIARA DI ESSERE PERPLESSO... EVVIVA!!!!
NON SI E' FATTA ATTENDERE ANCHE LA GARBATA MA TAGLIENTE RISPOSTA DELLA CRESPI:

Gentile ministro Gelmini, la sua risposta sul Corriere della Sera del 18 settembre ci ha fatto molto piacere, ma come può immaginare, il più Bel Paese del mondo si aspetta da lei molto, ma molto di più. Come prima cosa sarebbe importante che nell' indirizzo «turismo» degli Istituti tecnici la Storia dell' Arte - ora presente nel solo triennio con due ore settimanali - venisse reintrodotta anche nel biennio. Chi lavorerà in Italia nel cruciale settore del turismo deve conoscerne ogni bellezza! Due sole ore la settimana per soli tre anni per studiare l' Arte del Paese che ne è il più ricco al mondo? Converrà anche lei che è impossibile! E poi mi sa dire come mai negli Istituti Professionali è stata del tutto depennata? Prima della riforma nei corsi di «grafica» vi erano tre ore settimanali per cinque anni. Ora niente! Nel corso «moda» due ore nel biennio e quattro ore nel triennio. Ora niente! Nel corso «turismo» vi erano tre ore la settimana nel terzo anno e due ore nel quarto e quinto. Ora più nulla! Nel corso «alberghiero/turistico» vi erano due misere ore settimanali al biennio conclusivo. Sparite anche quelle! E poi se è vero, vivaddio, che al Liceo Classico la riforma ha innalzato il complesso a 2 ore settimanali, mi domando perché nei due anni del ginnasio non ve ne sia ancora traccia! Forse che la Storia della Letteratura si possa studiare dai 14 anni in poi e la Storia dell' Arte solo dai 16? E che dire del Liceo Scientifico dove Storia dell' Arte e Disegno sono nella stessa ora e con lo stesso insegnante? Un conto è saper disegnare un solido (e si può vivere anche senza saperlo fare); altra cosa è sapere chi fu Leon Battista Alberti (e un italiano che si rispetti non può non saperlo!). E infine: ma è proprio sicura che ai bambini delle elementari e ai ragazzini delle medie, sia giusto, in un Paese come l' Italia non raccontare nemmeno che nella loro Nazione vissero un tempo Giotto, Raffaello, Caravaggio e Canova? Ma allora perché alle medie insegniamo loro chi furono Dante e Manzoni? Forse perché ...la Storia dell' Arte è meno importante della Storia della Letteratura? Appunto! Ci pensi, gentile ministro Gelmini. Noi ci contiamo. Il nostro Paese, il più bello del mondo ne ha bisogno per il suo futuro, ma anche per la sua economia.  
Giulia Maria Mozzoni Crespi 
Presidente Onorario Fai

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"...Ancora qualche idea per ricominciare in modo positivo: la scuola italiana deve essere legata al grande patrimonio culturale della nazione e allo stesso tempo deve mantenersi aperta al futuro. Deve essere il punto di contatto tra la Storia e il Divenire, tra ieri e domani. Dunque tutti i ragazzi italiani dovrebbero aver letto i dieci libri fondamentali per la nostra identità nazionale, e aver visto e studiato i pittori che da tutto il mondo vengono a vedere, ma la scuola non può vivere col torcicollo, tutta rivolta al passato: deve attrezzarsi per capire il presente, dunque abbonarsi a riviste e giornali, aprire alle nuove forme di comunicazione, la tecnologia è qualcosa che si può usare e studiare insieme, facendo capire come nasce, perché funziona, tenendo vivo il contatto con quello che accade oggi. 
Se non è così, non ci sarà alcuna speranza di conquistare i ragazzi. Per questo mi auguravo che ogni professore fosse fornito di un tesserino per avere veri sconti in libreria e al cinema e a teatro e nei musei. Mi sembrava che la Gelmini avesse accettato l'idea, poi non se n'è più parlato. Gli insegnanti devono essere intellettuali del nostro tempo, non tristi pappagalli spennacchiati che ripetono la stessa lezione da trent'anni. Insomma, la scuola deve tornare a essere un luogo dove pulsano l'intelligenza e la curiosità, non può ridursi a un ospizio di nonni malinconici che provano invano a tenere a bada torme di nipotini urlanti..."

MARCO LODOLI


IL TESTO INTEGRALE DELL'ARTICOLO: 

Basta con la scuola del cuore ricominciamo a far pensare

martedì 30 agosto 2011

Il "TRASPARENTE" mare di Sottomarina

Bandiere Blu a sei spiagge venete e non c'è Sottomarina... come al solito!

Tra gli indicatori ci sono gli impianti di depurazione funzionanti; la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla riduzione della produzione, alla raccolta differenziata e alla gestione dei rifiuti pericolosi; la cura dell'arredo urbano e delle spiagge; la possibilità di accesso al mare per tutti i fruitori senza limitazioni.
Queste le località venete che hanno ottenuto la Bandiera Blu: San Michele al Tagliamento-Bibione, Caorle, Eraclea Mare, Jesolo, Cavallino Treporti, Lido di Venezia. Esclusa Sottomarina: http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2012/05/14/news/bandiere-blu-promosse-sei-spiagge-in-veneto-1.4508177

OGNI VOLTA CHE MI CAPITA (RARAMENTE PER FORTUNA) DI AVVICINARMI ALL'ACQUA DEL LITORALE DI SOTTOMARINA DI CHIOGGIA MI DOMANDO: "MA QUALCUNO CONTROLLA SE SIA INQUINATA O MENO?"


Anche i miei piccoli bimbi sono assai perplessi e lo hanno manifestato in varie occasioni, arrivando in auto: "Papà ma perchè qui non si vede il mare?" oppure mentre raggiungevamo -con fatica- la spiaggia pubblica dal pubblico parcheggio alla Diga "Perchè c'è questa gran puzza?"
A proposito del parcheggio a pagamento, che è stato creato da un paio di anni presso il piccolo tratto di spiaggia libera a ridosso della cosidetta 'diga', sarebbe molto bello, se il Comune di Chioggia, che si incassa tanti soldini (e spesso manda anche i vigili a controllare che tutti versino il dovuto!) ATTREZZASSE quell'infimo tratto di spiaggia con passerelle rimuovibili leggere in legno, per agevolare le famiglie con bambini, gli anziani e i disabili, che sono COSTRETTI A PERCORRERE centinaia di metri affondando nella sabbia rovente prima di raggiungere la battigia...

SECONDO L'ARPAV (Arpa Veneto) SOTTOMARINA MERITA LA BANDIERINA BLU COME ALTRE LOCALITA' DELL'ADRIATICO. SE AVETE TEMPO E VOGLIA PERO' CONFRONTATE ED INCROCIATE I PARAMETRI CON ERACLEA O BARRICATA:



Anche quest'anno quasi tutte le località marine del Veneto hanno ricevuto una profusione di bandierine BLU, 'quasi' perchè manca, naturalmente, Sottomarina!

 Quindi, devo ricavare "in negativo" che quel tratto di spiaggia, compreso tra la foce del Fiume Brenta e la foce dell'Adige è INQUINATA, cioè non ha i parametri che fanno premiare altri luoghi come Jesolo, Bibione, Caorle, che non sono certo paradisi incontaminati! 
Mi indigna che NESSUNO avverta il turista sui rischi della balneazione. Io sono preoccupato per i miei bimbi e non mi basta la storiella 'dell'aria satura di iodio che tanto bene fa'! Questa si chiama OMERTA', i giornalisti hanno paura di scriverlo perchè c'è la mafietta degli stabilimenti, dei lidi, dei parchi, dei binghi e dei... bonghi! Questa impresa del profitto privato assicurato basata sullo sfruttamento selvaggio delle pubbliche risorse!
Qualche dato per riflettere:


A fronte di oneri concessori nell’ordine dei 130 milioni di euro all’anno a favore dell’erario, il fatturato di questa “industria delle spiagge” varia dai 2,5 miliardi dichiarati dai gestori (i contribuenti italiani più “poveri”, con una media di 13.600 euro a testa) ad almeno uno di più stimato dalla Guardia di Finanza, per raggiungere i 6-8 ipotizzati da alcuni esponenti ambientalisti (fonte LA REPUBBLICA 14.07.2012).
Un fenomeno particolarmente allarmante riguarda la progressiva scomparsa delle dune di sabbia, “costruite” nel tempo dall’azione del vento e invase ormai dalle file di ombrelloni e sedie a sdraio, dai chioschi, dai campetti di calcio o beach-volley e, quindi, non più in grado cioè di svolgere la loro funzione naturale di barriera protettiva, si veda Rosolina e Porto Caleri...
Se prendiamo il caso di Sottomarina, la famosa “fascia protetta” di cinque metri dalla battigia molto spesso è più affollata di un'autostrada, con torme di anziani e non che avanzano stolidamente e caparbiamente verso l'infinito e... oltre!! Rendendola, quindi, impraticabile per i bambini amanti delle potenzialità della sabbia e per chiunque si voglia concedere una semplice sosta di pochi minuti.
Dal 2006 una direttiva comunitaria sulla circolazione dei servizi (detta 'Bolkestein') impone la modifica dei vantaggiosissimi contratti con lo Stato Italiano, stipulati dagli albergatori decine di anni fa che ha consentito loro di DIVENTARE DI FATTO PADRONI DELLA SPIAGGIA PROSPICIENTE le loro strutture. Se venissero fatte osservare le semplici regole della concorrenza non potrebbero mai verificarsi casi di spiagge assegnate in concessione ad un privato per OLTRE VENTI ANNI con canoni di locazione così bassi da risultare vergognosi...
Ma ai boss delle categorie interessate allo sfruttamento intensivo, privato e senza gara -cioè senza una libera concorrenza che di fatto favorirebbe lo STATO-  interessa solo salvaguardare i loro privilegi e i facili  guadagni, garantiti, DA NORD A SUD, da un esercito di pecoroni che intende la vacanza al mare come un frenetico bighellonare dal lettino alla doccia, dal chiosco alla piscina, da questa al bar, poi alla sdraio e... si ricomincia! Gente che di sicuro non ha "la cultura del MARE", individui indifferenti al colore dell'acqua ma molto attenti al colore dell'aperitivo e al volume della colonna sonora filodiffusa al lido. 
Una MASSA informe di vacanzieri di così basso livello, insensibile ai valori della BELLEZZA del Paesaggio, della SALVAGUARDIA e TUTELA dell'ambiente marino, è del tutto indifferente davanti alla trasformazione dei litorali in LIDI privati, vere e proprie 'fortezze' a pagamento, dotate di invasive strutture fisse in cemento -nate come provvisorie o stagionali- che favoriscono il progressivo e, forse, irreversibile ABRUTTIMENTO della costa!

 

lunedì 1 agosto 2011

UN TUFFO NEL PASSATO: MILAZZO, ESTATE 2011... O ERA IL 1991?

 

Proprio così! La mia breve vacanza milazzese mi ha dato l'impressione, spesso la certezza, di rivivere sensazioni, incontri, emozioni, imbattermi in persone, atteggiamenti, situazioni di un passato nemmeno tanto recente. MACROSCOPICI INDIZI mi hanno confuso: il CASTELLO quasi del tutto chiuso ed inaccessibile; la riviera di PONENTE negletta e abbandonata all'incuria con i terrapieni sudici, degradati, consegnati ai camperisti abusivi; la riviera di LEVANTE deturpata dalle ville abusive dei papponi locali che in 30 anni si sono accaparrati tutti gli accessi al mare; i turisti che vagano attoniti sotto il sole nel caos di un porto privo di TERMINAL per le Eolie; le POSTE sempre incasinate ed aperte part-time; i GARAGE-man che continuano a "spalmare" impuniti le auto dei turisti nei pubblici parcheggi... persino l'assessor(A) comunale ai Beni Culturali è la stessa persona del 1991!!! Anche incrociare dei miei coetanei quarantenni che, esattamente come 20 anni fa, facevano zig-zag nel traffico rumoroso, fieramente senza casco, su grosse moto mi ha davvero "emozionato".  Anche vedere auto condotte da abbronzatissimi giovani genitori o, peggio, da nonni giovanili super-sprint con bimbi piccolissimi, spesso neonati, allegramente seduti in braccio, ignorando le più elementari regole di sicurezza! Ho visto interi nuclei familiari su un unico motorino sfrecciare nel porto affollato. Tuttavia, in molti casi  ho verificato che il pater familias mostrava di voler scrupolosamente  rispettare le norme: indossava il casco... SOLO LUI!
Riguardo al più grande, devastante, primario PROBLEMA, la SPAZZATURA,  ebbene, si continua sempre a gettare via tutto in discarica: raccolta differenziata allo 0%! Indietro di 20 anni rispetto al Nord, indietro di 10 anni anche rispetto ai pochi comuni siciliani virtuosi come Castelbuono. 
Negli ultimi anni il servizio di smaltimento è stato assicurato ("alla meno peggio") da tutte le amministrazioni che si sono insediate, alternando raccolte regolari ad emergenze quasi sanitarie, bollette impazzite ad incendi dolosi di cassonetti. Rispetto ai livelli vergognosi a cui si era arrivati con la precedente amministrazione, devo dire che quest'anno non ho dovuto fare lo slalom con i passeggini dei bimbi tra i mucchi di monnezza. Ho dovuto, tuttavia, spesso lasciare i rarissimi tratti di marciapiede praticabile per aggirare i cassonetti vuoti (ma MAI puliti), le ampie chiazze di percolato e il tanfo insopportabile che ristagnava intorno, affidandomi alla capacità di schivare gli ostacoli dei "piloti" locali. Già, qui corrono sempre tutti, hanno tutti fretta di arrivare da qualche parte... ma dove?
In sintesi, questo importante, anzi basilare servizio  al cittadino nel 2011 viene  ancora effettuato secondo un sistema di raccolta primitivo, che possiamo definire della "serva sciocca": spazzatura rigorosamente  indifferenziata viene portata in discariche più o meno lontane, per levarla di torno velocemente, con la stessa mentalità di quella servetta "furba" che spazzava la polvere e la nascondeva sotto il tappeto per sbrigarsi.  Quello che fa più rabbia, è che nessuno vuole esercitare l'autorità per imporre, almeno agli esercizi commerciali, lo smaltimento adeguato dei  rifiuti! Il mega-centro commerciale, ritrovo dei Milazzesi, diventa sempre più grande, sul modello superato di Catania/Misterbianco di 20 anni fa ed, esattamente come 20 anni fa, i quintali di rifiuti che giornalmente produce finiscono in discarica... Il problema delle "bombe ambientali" che scoppieranno tra pochi pochissimi anni (o  mesi?)  per discariche stracolme ormai poste a ridosso di abitati, è meglio lasciarlo magari al prossimo consiglio comunale? ...forse al prossimo anno? Ma non è più possibile ormai, pensare di scaricare tutto semplicemente, come si faceva negli anni "allegri" della I Repubblica, alle "future generazioni"!
Nelle 2 settimane di permanenza in questa trascurata ma splendida cittadina mi sono imposto di conferire all'ecocentro di Barcellona tutta la plastica e tutta la carta che avrei prodotto, inevitabilmente destinata ai sozzi cassonetti. Questa è diventata quindi una vera e propria vacanza (abbastanza parzialmente) "SOSTENIBILE". All'ecocentro, NON ritirano il vetro (!) e, invece, di praticare sconti sulla bolletta o dare info dettagliate regalano il classico "piatto di lenticchie" ma, per carità, è già qualcosa! Sarei curioso di sapere, oltre ai miei cugini e a 4-5 conoscenti, quanti altri concittadini siano disposti a fare abitualmente la stessa cosa ...
Manca sia la volontà politica sia quella “popolare”. Non è infatti ammissibile che nel 2011 ci sia gentaglia che butta impunemente i rifiuti per strada o abbandoni le bottiglie di vetro su una spiaggia frequentata da bambini (Croce di Mare). Questi mi sembrano livelli intollerabili anche per un paese terzomondiale.
Secondo me, a Milazzo, come nel resto del Meridione, esiste da sempre un insormontabile problema: il corpo civico è costituito da un 20% di "persone" civili e consapevoli (che leggono, viaggiano, si impegnano, ...spesso emigrano) e che, purtroppo, non ha i mezzi per digrossare l'80% di con-cittadini che costituisce una massa amorfa, "gente" che vive di espedienti come ha sempre vissuto, spesso allegramente guazzando nell'illegalità. Vai a spiegare al "figo" che sfreccia con tutta la famiglia al seguito, senza casco o senza cinture, cosa significa "ra-a-ccc-ol-taaa diff-eree-nzia-taaa"!
Paradossalmente, quando elementi di quel 20% minoritario (la cosiddetta “società civile”) riescono ad accedere ad incarichi pubblici, talvolta, sembrano affetti da quella che io definisco  “Sindrome di Scion Scion", cioè essi fanno progetti da far invidia al "sindaco" di Stromboli (che voleva la musica di Morricone filodiffusa in tutta l'isola nel film "DIARIO" di Moretti): organizzano interessanti rassegne, mostre, concerti o festival in splendide location milazzesi, spesso ignorando che, se non i concittadini, certamente i "forestieri" sono soliti gustarsi queste iniziative OVUNQUE, SENZA dover schivare pattume, liquami, carcasse di auto abbandonate sui marciapiedi, cassonetti maleodoranti.
Sulla rimanente parte di popolazione (ca. l'80%), gregge imbelle, ignorante, rancoroso, TV-lobotomizzato, maleducato e voltagabbana, non ho molto da dire: è lo storico serbatoio elettorale della mediocre classe politica locale che si compra il suo favore con i botti e i fuochi pirotecnici, con le bancarelle della 'calia' in Marina, con il cantante "famoso" alla festa del patrono e altre amenità del genere!
E se almeno la piccola élite pensante pretendesse SUBITO, anche per Milazzo, una semplice struttura come l'ECOCENTRO di Barcellona? Una realtà funzionante con gestione TRASPARENTE, s'intende! E se qualcuno finalmente si rendesse conto, in tempi di grave crisi, che si possono creare posti di lavoro col riciclaggio anche a Milazzo
Per convincere/costringere il resto della popolazione, cioè la "massa ineducata pecorona" a riciclare, invece, bastererebbe davvero poco: un'emergenza futura probabile tipo Napoli e conseguenti bollette salatissime? Forse... Molto probabilmente essi rimarrebbero scossi solo se venissero colpiti e interrotti i loro monotoni rituali: a correre con i motorini sui liquami si rischierebbe parecchio, come potrebbe essere difficoltoso 'ciabattare' in Marina sul tappeto dei propri rifiuti per giorni... altrimenti, sono sicuro, non cambierà MAI niente! 

sabato 28 maggio 2011

NESSUNO MI PUO' GIUDICARE. LA RIVOLTA DEI PROF...

E' PASSATO OLTRE UN MESE DALLA MIA LUNGA E ARTICOLATA LETTERA PIENA DI CRITICHE SCRITTA ALL'AUTORE DI UN ARTICOLO SUGLI INSEGNANTI, L'ENNESIMO "ESPERTO" CHE PERIODICAMENTE DISCETTA DI SCUOLA SULLA STAMPA NAZIONALE SENZA PERDERE OCCASIONE PER DENIGRARE L'INTERA CATEGORIA. DOPO BRUNETTA, DARE ADDOSSO AI PROFESSORI, PARIA DEL CETO IMPIEGATIZIO PUBBLICO, SEMBRA LO SPORT NAZIONALE PREFERITO... 
ALLA FINE DEL LUNGO (LO AMMETTO!) MIO TESTO,  HO INSERITO LA SINTETICA E FORMALE RISPOSTA DEL CORRIERE. RIMANGO ANCORA  IN ATTESA DEL CORTESE RISCONTRO DEL GIORNALISTA.




Corriere della Sera

Nessuno mi può giudicare la rivolta 

dei prof ai test Invalsi


«Un insulto alla scuola pubblica», «un' offesa della professionalità della scuola pubblica» e, addirittura, «la schedatura a vita degli studenti». Slogan drammatici quelli usati dal sindacato Cobas per cercare di impedire che un' improvvisa catastrofe si abbatta sulla nostra scuola. Ma quale sarebbe questa catastrofe? Sarebbe la decisione presa dal ministro dell' Istruzione Mariastella Gelmini di estendere da quest' anno anche alle scuole superiori (si inizia dalle seconde classi) i test invalsi, test uguali per tutte le scuole che consentono un raffronto oggettivo sulla preparazione degli studenti, a prescindere dal metro di giudizio dei singoli insegnanti..."

Balzanetti Andrea
Pagina 42 (21 aprile 2011) - Corriere della Sera

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-----Messaggio originale-----
Inviato: venerdì 22 aprile 2011 19.09
A: Linea Aperta (Servizio Clienti)
Oggetto: cultura

ALLA CORTESE ATTENZIONE DI Balzanetti Andrea

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Egr. Dott. Balzanetti,
sono un insegnante di Storia dell’Arte della scuola secondaria superiore. Sono un lettore più che occasionale del Corriere della Sera e, grazie all’archivio digitale, ho appreso che anche in altre occasioni Lei si è occupato di scuola pubblica.
Ho trovato il Suo intervento del 21 aprile 2011 superficiale e generalista. Lei è sicuro di conoscere bene le “motivazioni spesso pretestuose” con cui i docenti si vogliono sottrarre ad una valutazione e chiude con convinzione affermando che “merito e scuola sono due parole destinate, forse, a non incontrarsi mai”. E per dar forza alla sua opinione cita i Cobas che rappresentano solo una delle tante posizioni (e neppure la maggioritaria) della galassia sindacale del mondo della scuola.
Io sono per una valutazione del mio lavoro periodica per migliorare la mia posizione professionale ed economica. Ma desidero essere valutato da colleghi con più esperienza di me che insegnano o hanno insegnato la mia stessa disciplina! Mi permetta di riassumerle alcune delle posizioni più condivise dai docenti italiani in questo momento, a giudicare almeno dai documenti prodotti dai collegi docenti e dai rumors raccolti dal sottoscritto che opera nella scuola pubblica da un decennio.
A proposito dei criteri con cui vengono realizzate le prove Invalsi, da Lei definite “test uguali per tutte le scuole che consentono un raffronto oggettivo sulla preparazione degli studenti”? Lei conosce i criteri con cui vengono reclutati i ‘test maker’? Io no. Nessuno conosce l’identità dei creatori di test, però sarebbe bello scoprire che si tratta di ex-insegnanti o altre figure professionali che provengono da realtà scolastiche. L’Invalsi è un istituto privato a cui viene assegnato questo delicato compito con un appalto che viene rinnovato annualmente. Ho consultato i colleghi delle Elementari e Medie che mi hanno espresso parecchie perplessità sulla scarsa chiarezza dei quesiti.
Dietro la “somministrazione” delle prove invalsi c’è il progetto del ministero di stilare una top-list degli istituti per assegnare in futuro le poche risorse che la politica ha deciso di destinare alla scuola. Il  “Progetto sperimentale per la valutazione delle scuole” consiste nel valutare le scuole prendendo in considerazione il livello di miglioramento degli apprendimenti degli studenti, individuato attraverso i test Invalsi; una serie di indicatori (rapporto scuola-famiglia, rapporto scuola-territorio, gestione delle risorse, livelli di abbandono...) verificati da un team di osservatori esterni composto da un ispettore e da due esperti indipendenti che, al termine delle attività, proporranno una relazione complessiva. Sulla base dei risultati ottenuti alle scuole che si collocheranno nella fascia più alta sarà assegnato un premio (fino ad un massimo di 70mila euro) da destinare esclusivamente al personale effettivamente impiegato nell´istituto durante il periodo di sperimentazione. Quindi, agli istituti situati nelle periferie a rischio, dove alto è il disagio sociale e il tasso di abbandono scolastico, oppure alle scuole di quartieri o città dove alta è la percentuale di studenti figli di immigrati, con oggettive iniziali difficoltà di apprendimento, NON VERRA’ MAI CORRISPOSTO ALCUN PREMIO! EVVIVA LA PREMIALITA’ DELL’ERA BERLUSCONI! Ma questi sono criteri aberranti: chi ha più bisogno viene trascurato, invece, viene premiato con criteri tutt’altro che oggettivi (prove invalsi…) chi non ha particolari problemi socio-educativi e di integrazione! QUESTA NON E’ SICURAMENTE LA SCUOLA PUBBLICA DELLA COSTITUZIONE! E’ il trito e famigerato sistema di apprendimento del “teaching to test”, che nel mondo anglosassone viene progressivamente abbandonando perché il discente studia SOLO per superare la “prova” non per IMPARARE. Da noi viene proposto come innovazione epocale!
Nel “Progetto sperimentale per premiare i docenti migliori” mirante ad individuare e premiare gli insegnanti che si distinguono per capacità e professionalità dimostrate, in ogni scuola verrebbe costituito un "nucleo" composto dal Dirigente scolastico, da due docenti eletti dal Collegio dei docenti e dal presidente del Consiglio di Istituto in qualità di osservatore (un genitore…  davvero MOLTO COMPETENTE!).  Non è dato sapere se i DUE DOCENTI eletti SARANNO A LORO VOLTA SOTTOPOSTI A VALUTAZIONE O SE ACQUISIRANNO MERITI SUL CAMPO semplicemente COME VALUTATORI. La valutazione farà riferimento a due elementi: curriculum vitae e documento di valutazione. QUEST’ULTIMO IN BASE A QUALI ELEMENTI VERRA’ REDATTO? DA UN DIRIGENTE E DA DOCENTI CHE NON HANNO MAI ASSISTITO PRIMA AD 1 ORA DI LEZIONE dell’esaminato?  ANCORA PIU’ INQUIETANTE  IL FATTO CHE LA “TERNA” dovrà considerare anche i risultati di indagini realizzate per rilevare l´apprezzamento dei docenti da parte dei genitori e degli studenti. Ai docenti particolarmente meritevoli sarà assegnato un premio pari ad una mensilità di stipendio. DOMANDA: in base a che cosa verrà misurato “il livello di gradimento” del prof. Tra studenti e genitori? “Simpatia” piuttosto che “bontà d’animo”? “Chiarezza espositiva” o “severità”?
Quelli, come Lei, che parlano di scuola da fuori del sistema-scuola credono forse possibile stabilire per decreto la percentuale dei BRAVI (25%), normali (50%) e FANNULLONI (25%) sul modello di un efficientismo privo di senso? Il terzetto dei valutatori dovrebbe, come un capoufficio dell’era brunetta, decidere chi viene ricompensato e chi no, in base a rigide ripartizioni matematiche! 
Ma se una scuola dovesse risultare del tutto “ECCELLENTE” chi verrà escluso dalla premiazione? Chi non è “simpatico”? Chi non è cortigiano a sufficienza? E se la scuola, invece, dovesse oggettivamente essere al di sotto di standard minimi di decenza? Come verranno ripartite le magre risorse? Tra chi è più furbo o tra chi è meno scarso?
E in questo sono confortato dalla posizione assunta dal mio sindacato, La Gilda degli Insegnanti che,  a differenza di quel che Lei ritiene, non ha mai considerato il riconoscimento della professionalità del docente e la meritocrazia “fumo per gli occhi”. Ha affermato il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio il merito di un docente si misura in base al livello di conoscenza della materia insegnata e alla sua capacità di trasmetterla agli studenti". Meglio sarebbe invertire la rotta rispetto a una scuola che, in questi anni, ha valorizzato l´impegno nei cosiddetti progettifici e nello svolgimento di compiti amministrativi che spesso non sono attinenti alla funzione docente".
Due anni fa ho scritto al Ministro Gelmini una lettera cui non è stata fornita alcuna cortese riposta. ...
Lo stesso Giorgio Israel, membro del Comitato tecnico scientifico nazionale costituito "per l´elaborazione delle linee strategiche relative alla costruzione di un sistema nazionale di valutazione” definisce "una scorciatoia illusoria che può rendere il sistema di valutazione semplice quanto inefficace e fonte di veri e propri errori". Secondo lo studioso, si tratta di un metodo che "deriva da un'idea banalmente sbagliata e cioè che la scuola sia un'azienda fornitrice di beni e servizi e che studenti e famiglie siano l'utenza". E aggiunge "Il sistema migliore di valutazione dell'istituto scolastico e dell'insegnante è quello condotto dai competenti in materia", e cioè da un nucleo composto da "ispettori e dagli stessi insegnanti" (il testo completo del documento è disponibile nel sito della Gilda degli Insegnanti).
La ringrazio per la Sua cortese attenzione.
Distinti saluti
Benedetto Giovanni Roselli

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Martedì 26 Aprile 2011, 14:56
Da:

Egregio Signor Roselli,
La ringraziamo per essersi impegnato a scrivere la Sua opinione che abbiamo già inoltrato alla direzione competente.
Auspicando di annoverarLa sempre tra i nostri più affezionati lettori, Le porgiamo distinti saluti.

mercoledì 25 maggio 2011

MILAZZO “PERDUTA” O… “PERDENTE”?


SCRITTO ANNI FA... OGGI, COSA E' CAMBIATO?

Qualche giorno fa mi sono recato a visionare la mostra fotografica sulla Chiesa dei Cappuccini solleticato dall’ampia pubblicità attraverso pregevoli manifesti affissi praticamente in ogni strada importante di Milazzo. Con disappunto ho notato che non era presente alcun testo che fornisse ai visitatori un’informazione sintetica sul contenitore-chiesa “messa in mostra”. Insomma quel classico pannello informativo con scheda dell’opera (ubicazione, planimetria, cronologia, autori, vicende, ecc.) che non manca mai in nessuna esposizione con finalità artistiche o documentarie.
Comunque, a parte questo appunto, non è sui criteri espositivi della mostra che mi voglio soffermare.
Invece, solleticato proprio dalla suddetta esposizione, vorrei approfittare dello spazio, che gentilmente mi concedete [il settimanale milazzese LA CITTA’], per fare alcune considerazioni… a cominciare proprio dal titolo!
Questa iniziativa si presenta come il tentativo di serbare memoria di un frammento di una Milazzo “perduta”, cioè irrimediabilmente “andata” o “scomparsa”. Sulle cause di questa distruzione, però non viene fornita nessuna indicazione. Quali i fattori e le cause? Né calamità naturali né eventi bellici ma semplicemente incuria da parte dell’ente proprietario del complesso dei Cappuccini che aveva l’obbligo di tutela e custodia: il Comune di Milazzo.
In effetti, a ben guardare oggi i resti miserevoli di quello che fu uno dei poli religiosi più importanti (ed imponenti) della nostra città, tra ‘600 e ‘800, c’è veramente da mettersi la fascia nera al braccio.
Se il convento, come fa sapere il Sindaco in un recente intervento, sta per essere riconsegnato alla pubblica fruizione (per farne cosa?), a più di un decennio dai primi discutibili lavori di ristrutturazione, va sottolineato che in tutti questi anni non una lira è stata spesa per arginare i devastanti effetti di un trentennio di abbandono dell’attigua chiesa.
Dopo che ha perso lo status di luogo di culto, la chiesa è stata interessata da una serie di trasferimenti delle sue pregevoli opere d’arte in altre chiese milazzesi (Chiese dell’Immacolata e del Rosario) gestite dallo stesso ordine religioso; in seguito è stata colpita da una catena di furti mirati, quindi, ha subito (e continua a subire) una lunga serie di atti vandalici sistematici quanto irrazionali.
Mi domando cosa speravano di trovare quegli aspiranti necrofili frantumando le lapidi delle tombe gentilizie per rimestarci dentro; perché sconvolgere i resti dei frati che erano stati ordinatamente allineati nella cripta, secondo una consuetudine tipica dei Cappuccini? Ricordo che già un ventennio fa non si poteva sperare di trovare un solo  scheletro con le ossa in connessioni anatomica!
Ho letto che in questi giorni a Burgio (prov. di Agrigento) è stata aperta al pubblico, dopo un lungo ed accurato restauro, la cripta della Chiesa dei Cappuccini con le sue “mummie” risalenti al ‘700, sul modello di Palermo e Savoca.
In una mia segnalazione del 15.05.89, in qualità di Presidente dell’Archeoclub di Milazzo, invitavo il Comune e la Sezione tutela Beni Artistici della Soprintendenza di Messina ad intervenire tempestivamente per scongiurare il furto dell’ultima tela di Onofrio Gabriele ancora in situ nell’altare maggiore, che invece, in seguito, puntualmente si è verificato, forse anche per l’inopportuna pubblicazione (da parte di altri!) sulla stampa locale di un articolo di denuncia che ha sortito solo l’effetto involontario di guidare la mano dei ladri.
In seguito, grazie alla collaborazione del giornalista Saro Pergolizzi, ho personalmente curato la realizzazione di un lungo articolo-dossier, apparso sul Giornale di Sicilia il 22.09.90, per cercare di sollecitare ulteriormente l’Amministrazione comunale, proprietaria e custode, è giusto ribadirlo, dell’intero complesso architettonico.
In occasione di un paio di sopralluoghi del personale della Sezione Architettonica della Soprintendenza di Messina, effettuato su invito (sollecitazione!) dell’Archeoclub (nel 1989 e nel 1991), siamo tutti entrati all’interno della martoriata cripta della chiesa, accedendo semplicemente, come tutti i precedenti “visitatori”, dal cancello esterno…
Proprio alla eccessiva facilità di accesso all’edificio sacro incustodito, fa riferimento una lettera del 30.01.2001 inviata al Comune di Milazzo, dall’associazione SiciliAntica, in cui il Presidente, Goffredo Campagna, fa presente all’Assessore ai Beni culturali che “per impedire, o quanto meno arginare, i frequenti atti vandalici cui è sottoposta [la chiesa] sarebbe intanto sufficiente sigillare la porta d’accesso e riparare il cancello di ferro”.
Non vorrei, menzionando tutto questo, essere preso per un intellettuale “parruccone”, e limitarmi a trincerarmi dietro un comodo “l’avevo detto/l’avevo scritto nel lontano millenovecento…” ma vorrei ricordare che il compito di salvaguardare i nostri beni culturali cittadini non è stato mai prerogativa degli appassionati volontari (cui spetta il diritto di vigilare) ma di chi negli anni si è alternato, con incarichi politici o professionali, sulle poltrone dell’Assessorato ai BB.CC.AA. del nostro Comune e ai dirigenti della Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Messina che hanno il dovere di intervenire direttamente per garantire la tutela del patrimonio artistico, archeologico, architettonico e ambientale.
L’inserimento della Chiesa dei Cappuccini in una sorta di “operazione nostalgia”, dedicando una mostra senza una disamina delle cause che hanno portato alla devastazione dell’edificio proprio non mi va giù.
Molteplici sono le attività culturali del genere retrospettive “color seppia” che si potrebbero organizzare su questo o quel tema specifico storico-artistico e documentario; e vanno anche bene, per carità, poiché titillano soprattutto i cultori delle “reliquie” della Milazzo preindustriale. Solo che stavolta non stiamo parlando di moda e costume negli anni ’20, della quantità del pescato della tonnara o del duro lavoro delle gelsominaie ma di un edifico che, a dispetto delle ingiurie decennali, “si ostina” a restare in piedi, come monito perenne dei livelli di inciviltà cui può arrivare la nostra comunità.
Allora, dal momento che ora non c’è più niente da asportare, distruggere o profanare, forse si parla di interventi di restauro anche per la nostra Chiesa, credo sarebbe forse meglio parlare di una pagina di una Milazzo “perdente” più che perduta, in cui alla incuria degli Enti preposti si è accompagnato il quasi generale disinteresse della cittadinanza.


mercoledì 27 aprile 2011

LETTERA A JACK FOLLA (alias DIEGO CUGIA - Radio2)

----- Original Message -----
From: BenedettoR.
Sent: Thursday, February 14, 2002 9:48 PM
Subject: Miss Padania e dintorni

Ciao Jack,
sono Benedetto, 31enne siciliano, archeologo e insegnante di Storia dell'Arte.
Ti scrivo indignato, anzi disgustato perchè domenica mattina, facendo uno zapping più annoiato del solito, ho beccato su Rete4 uno spettacolo grottesco: l'elezione di Miss PAdania.
I presentatori erano alcuni grotteschi personaggi di "seconda fila" della Fininvest, però in sala c'era anche il nostro (ahimè!) ministro Bossi che gongolava e dava consigli e pareri estetici all'emozionata intervistatrice di turno.
Ma dico, come si può? Una TV che copre (purtroppo) tutto il territorio nazionale... ma un volta questa kermesse non era etichettata come una messinscena da secessione strapaseana? Mi ricordo che i TG nazionali dedicavano qualche breve servizio ironico sulle sfigate in costume verde e poi, magari, Blob ci ricamava per mesi. Ora invece, grazie a questo Governo, lo sdoganamento generale ha finito per influenzare anche l'estetica (o l'etica) degli spettacoli nazionalpopolari. Ma dove sono i "patrioti" della Destra? Dov'è la voglia di indignarsi dei politici di sinistra?
Boh! Mi sento un alieno, dico davvero! Sentire che tra le finaliste, qualche signorina, si era anche fregiata del titolo "Miss camicia verde" mi ha dato il voltastomaco... ma come? Non è il gruppo paramilitare al centro di inchieste varie? Quelli delle ronde xenofobe ecc. ecc.
Non mi annovero certo tra i fanatici dell'inno nazionale e della incalzante retorica neo-patriottica ma la storia la conosco... la storia fatta dagli Uomini. Mio nonno era del 1898 ed è andato a combattere sul Piave senza chiedere perchè e, soprattutto, per Chi... ha lasciato la sua masseria nella Piana di Milazzo ha fatto 1500 km in tradotta ed ha combattuto per "scacciare lo straniero dal suolo italico".
Molti suoi coetanei non sono più tornati, altri, solo dopo lunghi mesi di prigionia... e ora i ministri italiani se ne vanno in giro per l'Europa, con disinvoltura, a rappresentarci col fazzoletto verde nel taschino... Mah!?
Ciao Jack.
Se hai bisogno di un rifugio dopo maggio... a disposizione  ;-)
Hasta la Victoria... 

HO AVUTO IL PIACERE DI SENTIRLA LEGGERE, ANZI DECLAMARE DALLA INCREDIBILE VOCE DI ROBERTO PEDICINI, ALLA RADIO IN UN GIORNO DI APRILE DEL 2002...