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mercoledì 28 settembre 2011

SALVARE LA STORIA DELL'ARTE: ultimo appello del FAI al MINISTRO Gelmini

L'ITALIA, COME E' NOTO A TUTTI, POSSIEDE IL PIU' VASTO PATRIMONIO ARTISTICO DEL PIANETA. MALGRADO GLI SCEMPI DEMENZIALI DI QUESTI ULTIMI DECENNI, NOI ITALIANI, FORSE IMMERITATAMENTE, CUSTODIAMO UN IMMENSO TESORO CHE, ADEGUATAMENTE VALORIZZATO, POTREBBE IMPIEGARE A TEMPO PIENO MOLTE PIU' RISORSE UMANE DELLE ATTUALI. PENSO AI GIOVANI STUDENTI DIPLOMATI DEI LICEI ARTISTICI, DELLE ACCADEMIE, AI NEOLAUREATI IN CONSERVAZIONE O ARCHITETTURA E, SOPRATTUTTO, A QUELLI CHE HANNO SCELTO DI STUDIARE AL CORSO TURISTICO (ITER) DELL'ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE. SE ESSI VIVESSERO IN UN ALTRO PAESE (CIVILE) TROVEREBBERO SUBITO IMPIEGO, AVENDO STUDIATO BEN 3 LINGUE STRANIERE E STORIA DELL'ARTE PER 5 ANNI MA SIAMO IN ITALIA, PAESE CHE STANZIA PIU' SOLDI PER LE FORZE ARMATE (PER COMBATTERE NEMICI INVISIBILI) CHE PER I PROPRI BENI CULTURALI. 
LA RIFORMA TREMONTI, MEGLIO CONOSCIUTA COME RIFORMA "EPOCALE" GELMINI, HA TAGLIATO PIU' DI 80.000 POSTI DI INSEGNANTI IN 4 ANNI, RIDUCENDO IL 'TEMPO SCUOLA' DEGLI STUDENTI ITALIANI: ALLE SCUOLE SUPERIORI, LE ORE, DA 36 SONO PASSATE A 32 SETTIMANALI. E PER FAR QUADRARE I LORO CONTEGGI DA RAGIONIERI COSA HANNO TAGLIATO? LE MATERIE CONSIDERATE "INUTILI": INGLESE, ITALIANO E, SOPRATTUTTO, STORIA DELL'ARTE! 
LE ORE DI STORIA DELL'ARTE NEL PIANO DI STUDI DELL'INDIRIZZO TURISTICO, DOVE IO INSEGNO DA ANNI, SONO PASSATE DA 10 A 6, CIOE'  INVECE DI STUDIARE 2 ORE A SETTIMANA PER CINQUE ANNI, I NUOVI ISCRITTI LA STUDIERANNO SEMPRE PER 2 ORE MA A PARTIRE DAL III ANNO! ESSENDO SPARITA LA MIA DISCIPLINA (GRAZIE MILLE GELMINI!) DAL BIENNIO, QUEL CHE IO SPIEGAVO, PROPONEVO, DOCUMENTAVO AGLI STUDENTI IN 5 ANNI ORA SONO COSTRETTO A 'ZIPPARLO' IN 3 ANNI. NEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI, ADDIRITTURA LA DISCIPLINA VIENE DEL TUTTO CANCELLATA, SPARENDO, QUINDI, ANCHE IN QUEGLI ISTITUTI CON INDIRIZZO TURISTICO (ALBERGHIERO), MODA O GRAFICA!
TRE ANNI FA L'ANISA, LA PRESIDENTE DEL FAI, CRESPI E ALTRI AUTOREVOLI INTELLETTUALI E (POCHI) POLITICI, COME L'ON. MANUELA GHIZZONI, AVEVANO VIVAMENTE PROTESTATO, SCRITTO LETTERE AI MAGGIORI QUOTIDIANI NAZIONALI, AL PRESIDENTE NAPOLITANO (IL QUALE AVEVA ANCHE RISPOSTO!) SENZA NEPPURE OTTENERE UN'ALZATA DI CIGLIO DAL MINISTRO GELMINI. VERGOGNOSAMENTE NE' BONDI, ALLORA MINISTRO DEI BENI CULTURALI, NE' L'ONOREVOLE BRAMBILLA, MINISTRO DEL TURISMO AVEVANO RITENUTO DOVEROSO INTERVENIRE: IL PRIMO PERCHE' SEMPRE IMPEGNATO NELLA LOGORANTE LOTTA TRA I COLONNELLI DEL PREMIER; LA SECONDA FORSE PERCHE' TROPPO IMPEGNATA SUL FRONTE DELLA TUTELA DEGLI ANIMALI.

A SETTEMBRE LA CRESPI HA SCRITTO DI NUOVO AL CORRIERE E, COME IN MOLTE ALTRE OCCASIONI, IL MINISTRO MARIASTELLA HA REPLICATO CON IL SOLITO TONO PICCATO. 

«Non insegnare storia dell' arte mette a rischio il nostro futuro»

Giulia Maria Crespi: "l'ambiente si difende con la cultura. Le future generazioni di funzionari statali non avranno le basi per agire responsabilmente"


Il ministro Mariastella Gelmini cosa sa della storia dell' arte italiana, del nostro Paese, della Nazione che lei governa? Sarei felice di incontrarla e di rivolgerle alcune domande...». Giulia Maria Crespi, Presidente Onorario nonché fondatrice del Fai, il Fondo Ambiente Italiano, gioca con il suo personaggio («ormai sono vecchia, dico senza paura ciò di cui sono convinta») sfoderando l' arma dell'autoironia. Ma i suoi argomenti, e i ragionamenti che propone, sono seri e solidissimi: «Ho letto con sgomento giorni fa proprio sul Corriere della Sera della misera condizione in cui si trova l' insegnamento della storia dell' arte nel nostro Paese. Cancellato, sparito. L' Anisa, l'associazione degli insegnanti di storia dell' arte, possiede un prospetto che fa paura. Storia dell' arte scomparsa nel biennio dell' Istituto tecnico per il Turismo. Lo stesso avviene nell' Istituto Professionale Turistico, Istituto Professionale per la Grafica, Istituto professionale per la Moda. Niente insegnamento nel primo biennio dei licei classico e scientifico. Dico: nel classico! Ma come è mai possibile?» Le due grandi passioni di Giulia Maria Crespi sono il Paesaggio italiano, quindi l' ambiente e la stessa tradizione agricola come parte integrante del contesto, e la storia della vicenda artistica del nostro Paese. Due capitoli che, ai suoi occhi, rappresentano un unicum: «I due temi sono strettamente collegati. Mi spiego. Non insegnare la storia dell' arte significa togliere una indispensabile conoscenza a intere, future generazioni di geometri, architetti, sindaci che dovrebbero rispettivamente studiare e governare il territorio. Ma come potranno farlo se ignoreranno l' arte italiana, così impregnata di Paesaggio culturale? Significa anche allevare nuove leve di funzionari statali, e quindi soprintendenti, che non avranno appreso da ragazzi i fondamenti della nostra storia artistica. Come faranno questi giovani soprintendenti a muoversi con conoscenza e responsabilità se non sapranno ciò che dovrebbero sapere?» Ma non è solo la macchina dei Beni culturali ad allarmare Giulia Maria Crespi: «Io mi domando e poi domando al ministro Gelmini. L' Italia è un paese che vivrà in futuro soprattutto di turismo legato alla cultura, al nostro patrimonio. Come è immaginabile educare i futuri operatori turistici privandoli di una disciplina fondamentale per il loro lavoro? Ridicolo! L'Italia è ricca solo di questo: di arte, di tesori, di musei, di passato.... Ha ragione lo storico e saggista inglese Paul Kennedy quando dice che l' Europa può ancora contare, per il suo futuro, sull' arte e la cultura. L' Italia più di tutti, aggiungo io, e quindi dobbiamo studiare e prepararci proprio per costruire quel futuro». Giulia Maria Crespi si concede un piccolo tuffo nella memoria: «Da ragazza ho studiato bene la storia dell' arte, nel triennio finale ci si applicava sui testi di Paolo D'Ancona, Fernanda Wittgens e Irene Cattaneo. Ma davvero non capisco come si possa abolire l'arte nel primo biennio...» Un sospiro, di quelli tipici del Presidente Onorario del Fai: «Stiamo svendendo tutto ai cinesi, lo sappiamo bene. Ma i cinesi non potranno mai comprarci i Templi d'Agrigento o il Duomo di Milano. Quindi dobbiamo imparare a conoscerli e ad amarli perché rappresentano il nostro futuro». Che fare, signora Crespi? «Dobbiamo protestare. Far sentire la nostra voce alla Politica. Ho saputo che il ministro Gelmini starebbe preparando un tavolo tecnico per esaminare il problema. E io vorrei sapere: chi siederà a quel tavolo tecnico? Quale conoscenza ha della storia dell' arte? Aggiungo che bisognerà quanto prima occuparsi anche della fine dell' insegnamento della musica. Nel resto d' Europa se ne apprende molta, di musica. Qui, nella patria del Melodramma, no. Tutto questo è grave, gravissimo, da irresponsabili...» 
(Paolo Conti, Corriere della Sera, Pagina 35 - 16 settembre 2011) 

ELLA NELLA SUA ALTEZZOSA RISPOSTA (GIA' IL TITOLO!) DEL 18 SETTEMBRE SBAGLIA GROSSOLANAMENTE POICHE' CITA DATI (VEDI IL TESTO IN ROSSO) SULLE ORE DI STORIA DELL'ARTE DELL'INDIRIZZO TURISMO DEL TECNICO (ITER) ASSOLUTAMENTE INESATTI (VEDI TABELLA SOTTO). QUESTO LO POSSONO CONFERMARE FACILMENTE MIGLIAIA DI STUDENTI CHE FREQUENTANO IL CORSO IN TUTTA ITALIA!!

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 La Gelmini e la Storia dell' arte «Più ore, nessuna riduzione»


Caro Direttore, sull' insegnamento della Storia dell' arte nelle scuole secondarie superiori sono state dette e scritte in questi giorni molte inesattezze. Occorre chiarire prima di tutto i dati di partenza che derivano dai quadri orari dei nuovi programmi varati con la riforma. Partiamo quindi dai dati di fatto: prima della riforma l'ordinamento del liceo classico prevedeva complessivamente, per la Storia dell' arte, 4 ore nel solo triennio (una in terza e quarta, due in quinta). Chi ha frequentato il liceo classico anni fa ricorderà bene, infatti, che la Storia dell' arte si studiava solo nel triennio. La riforma ha innalzato da 4 a 6 le ore di insegnamento nel triennio. Quanto al liceo scientifico, le ore previste per la Storia dell' arte sono rimaste invariate. La riforma ha, inoltre, introdotto due nuovi licei: quello linguistico e quello delle scienze umane. Trattandosi di percorsi nuovi non si può fare un confronto con un ordinamento precedente: in entrambi, però, è stata inserita la Storia dell'Arte. Il liceo artistico è stato profondamente trasformato e le ore di Storia dell' arte sono state portate da 9 a 15. Il liceo musicale, anch' esso di nuova istituzione, ne prevede 10. Quindi, la Storia dell' arte è stata inserita in tutti i nuovi licei ed è stata aumentata nel liceo classico rispetto agli ordinamenti vigenti prima della riforma. Anche nell' istituto tecnico per il turismo le ore di Storia dell' arte sono state portate da 5 a 6. Se il tema è quello della riduzione delle ore vorrei osservare che questa polemica non ha alcun fondamento. Naturalmente esistevano anche 800 diversi indirizzi sperimentali, una frammentazione inaccettabile ed insostenibile, che presentava i modelli orari più disparati e che non può essere oggetto di confronto vista l'estrema varietà. In alcuni percorsi, infatti, la Storia dell' arte era presente, in altri era del tutto assente anche nel triennio. Tra l' altro l' ultimo Rapporto Ocse rimprovera l' Italia dell' eccessivo numero di ore passate a scuola, mentre ogni Associazione disciplinare vorrebbe vedere aumentare l' orario della propria materia. In conclusione, vorrei ribadire l' impegno del governo nel favorire la conoscenza, da parte dei nostri studenti, dell' immenso e straordinario patrimonio artistico del nostro Paese. Nei prossimi giorni sarà firmata una convenzione con il Ministero dei Beni Culturali che prevede, tra l' altro, la collaborazione tra la rete dei servizi educativi del Mibac e le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado proprio per inserire nei piani dell' offerta formativa delle scuole progetti che appassionino i giovani alla cultura. La verità dunque è l' esatto contrario di quanto si dice: la formazione culturale dei ragazzi è una priorità e ne esce rafforzata, anche grazie alla riforma. Mariastella Gelmini Ministro dell' Istruzione, dell' Università e della Ricerca
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E' UN ERRORE DEPRECABILE? E' CONFUSIONE O SOLO SUPERFICIALITA'? PRIMA DI SCRIVERE AL CORRIERE DOVREBBE CERCARE DI DOCUMENTARSI MEGLIO, NO? MMMMM.... CAMBIARE COLLABORATORI? FORSE SI'!
A ME PERSONALMENTE LA SICUMERA DELLA RISPOSTA DA' NOTEVOLE FASTIDIO PERCHE' PROPRIO A CAUSA DEI TAGLI CHE ELLA NEGA MI TROVO A TROTTARE DA 3 ANNI PER TUTTA LA PROVINCIA PER COMPLETARE IL MIO ORARIO DI LAVORO. ELLA SCRIVE AL CORRIERE 'INESATTEZZE' (CHIAMIAMOLE COSI') CHE PUNGOLANO PARTICOLARMENTE CHI (SIAMO IN TANTI!) E' COSTRETTO OGNI GIORNO A SUBIRNE GLI EFFETTI!
SPIEGO MEGLIO: TRE ANNI FA INSEGNAVO 'STORIA DELL'ARTE E DEL TERRITORIO' AL TURISTICO IN 5 CLASSI, DALLA PRIMA ALLA QUINTA, QUINDI IL MIO ORARIO DI SERVIZIO ERA INTERAMENTE SVOLTO IN UN'UNICA SCUOLA; DOPO I TAGLI GELMINIANI-TREMONTIANI, LE CLASSI IN CUI INSEGNARE SI SONO QUASI DIMEZZATE E LE ORE MANCANTI AL MIO ORARIO DI LAVORO MI VENGONO ASSEGNATE DI ANNO IN ANNO DAL CSA (PROVVEDITORATO) DOVE CAPITA. CIOE' SONO DIVENTATO TITOLARE DI UNA CATTEDRA INCOMPLETA E SONO, QUINDI, COSTRETTO, SENZA UN EUROCENT IN PIU' PER LE TRASFERTE, A GIRARE PER TUTTA LA PROVINCIA PER 'PRESTARE' IL MIO SERVIZIO, CIOE' FARE IL TAPPABUCHI... 4 ORE QUI, 9 LI', MAGARI 8 ORE A 40 KM DI DISTANZA! ORE CHE UNA VOLTA ERANO ASSEGNATE AI SUPPLENTI, ORE CHE CAMBIANO OGNI ANNO E, SOPRATTUTTO, CLASSI E ALUNNI CHE CAMBIANO! SOLO A FINE ANNO SCOLASTICO (META' GIUGNO) SI DEGNANO DI COMUNICARMI DOVE INSEGNERO' A SETTEMBRE! CON QUESTO SISTEMA E' CHIARO CHE SPARISCE DEL TUTTO LA FAMOSA "CONTINUITA' DIDATTICA" CHE LA SCUOLA DOVREBBE GARANTIRE AI RAGAZZI!




ORMAI LA FRITTATA E' FATTA E I TAGLI SONO STATI APPLICATI ALLE PRIME CLASSI GIA' DALL'ANNO SCORSO! GRADITO MA TARDIVO ARRIVA UN SEGNALE DI DISCONTINUITA' ANCHE DAL GOVERNO: IL MINISTRO GALAN DICHIARA DI ESSERE PERPLESSO... EVVIVA!!!!
NON SI E' FATTA ATTENDERE ANCHE LA GARBATA MA TAGLIENTE RISPOSTA DELLA CRESPI:

Gentile ministro Gelmini, la sua risposta sul Corriere della Sera del 18 settembre ci ha fatto molto piacere, ma come può immaginare, il più Bel Paese del mondo si aspetta da lei molto, ma molto di più. Come prima cosa sarebbe importante che nell' indirizzo «turismo» degli Istituti tecnici la Storia dell' Arte - ora presente nel solo triennio con due ore settimanali - venisse reintrodotta anche nel biennio. Chi lavorerà in Italia nel cruciale settore del turismo deve conoscerne ogni bellezza! Due sole ore la settimana per soli tre anni per studiare l' Arte del Paese che ne è il più ricco al mondo? Converrà anche lei che è impossibile! E poi mi sa dire come mai negli Istituti Professionali è stata del tutto depennata? Prima della riforma nei corsi di «grafica» vi erano tre ore settimanali per cinque anni. Ora niente! Nel corso «moda» due ore nel biennio e quattro ore nel triennio. Ora niente! Nel corso «turismo» vi erano tre ore la settimana nel terzo anno e due ore nel quarto e quinto. Ora più nulla! Nel corso «alberghiero/turistico» vi erano due misere ore settimanali al biennio conclusivo. Sparite anche quelle! E poi se è vero, vivaddio, che al Liceo Classico la riforma ha innalzato il complesso a 2 ore settimanali, mi domando perché nei due anni del ginnasio non ve ne sia ancora traccia! Forse che la Storia della Letteratura si possa studiare dai 14 anni in poi e la Storia dell' Arte solo dai 16? E che dire del Liceo Scientifico dove Storia dell' Arte e Disegno sono nella stessa ora e con lo stesso insegnante? Un conto è saper disegnare un solido (e si può vivere anche senza saperlo fare); altra cosa è sapere chi fu Leon Battista Alberti (e un italiano che si rispetti non può non saperlo!). E infine: ma è proprio sicura che ai bambini delle elementari e ai ragazzini delle medie, sia giusto, in un Paese come l' Italia non raccontare nemmeno che nella loro Nazione vissero un tempo Giotto, Raffaello, Caravaggio e Canova? Ma allora perché alle medie insegniamo loro chi furono Dante e Manzoni? Forse perché ...la Storia dell' Arte è meno importante della Storia della Letteratura? Appunto! Ci pensi, gentile ministro Gelmini. Noi ci contiamo. Il nostro Paese, il più bello del mondo ne ha bisogno per il suo futuro, ma anche per la sua economia.  
Giulia Maria Mozzoni Crespi 
Presidente Onorario Fai

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"...Ancora qualche idea per ricominciare in modo positivo: la scuola italiana deve essere legata al grande patrimonio culturale della nazione e allo stesso tempo deve mantenersi aperta al futuro. Deve essere il punto di contatto tra la Storia e il Divenire, tra ieri e domani. Dunque tutti i ragazzi italiani dovrebbero aver letto i dieci libri fondamentali per la nostra identità nazionale, e aver visto e studiato i pittori che da tutto il mondo vengono a vedere, ma la scuola non può vivere col torcicollo, tutta rivolta al passato: deve attrezzarsi per capire il presente, dunque abbonarsi a riviste e giornali, aprire alle nuove forme di comunicazione, la tecnologia è qualcosa che si può usare e studiare insieme, facendo capire come nasce, perché funziona, tenendo vivo il contatto con quello che accade oggi. 
Se non è così, non ci sarà alcuna speranza di conquistare i ragazzi. Per questo mi auguravo che ogni professore fosse fornito di un tesserino per avere veri sconti in libreria e al cinema e a teatro e nei musei. Mi sembrava che la Gelmini avesse accettato l'idea, poi non se n'è più parlato. Gli insegnanti devono essere intellettuali del nostro tempo, non tristi pappagalli spennacchiati che ripetono la stessa lezione da trent'anni. Insomma, la scuola deve tornare a essere un luogo dove pulsano l'intelligenza e la curiosità, non può ridursi a un ospizio di nonni malinconici che provano invano a tenere a bada torme di nipotini urlanti..."

MARCO LODOLI


IL TESTO INTEGRALE DELL'ARTICOLO: 

Basta con la scuola del cuore ricominciamo a far pensare