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venerdì 9 dicembre 2011

LETTERA APERTA AI POLITICI SICILIANI (E NON SOLO!)

Trenitalia sopprime gli ultimi treni notturni a lunga percorrenza che per decenni sono stati simbolo dell'emigrazione. Il Treno del sole (Palermo-Torino), la Freccia della Laguna (Siracusa-Venezia), il Treno dell'Etna (Catania-Milano) e molti altri resteranno solo un ricordo per i viaggiatori meridionali e per i turisti che hanno scoperto la Magna Graecia facendosi trasportare dagli scossoni dei lenti treni italiani.
 
I giovani siciliani e calabresi, grazie ai treni notturni, "a prezzi abbastanza ridotti" hanno potuto per decenni raggiungere lontane sedi di lavoro o di studio (con bagagli numerosi al seguito!) e, soprattutto, COLMARE PARZIALMENTE IL GAP CULTURALE ESISTENTE, viaggiando per assistere a concerti, visitare mostre e rassegne, godere di quelle iniziative culturali che molto raramente vengono organizzate nell'Isola.
C'è l'alternativa dei voli LOW COST, dice Trenitalia... CI PRENDONO PER STUPIDI? Si meriterebbero davvero UN BOICOTTAGGIO RADICALE dei loro servizi! Noi che per decenni abbiamo mantenuto quei carrozzoni sporchi e malfunzionanti per cronica mancanza di alternative! Se ve ne fossero state, in passato, chi avrebbe scelto mai di dormire in sudici carri (bestiame) con cuccette a 6 posti per scomparto???

QUALCHE DATO INCONTROVERTIBILE: il 65% dei Siciliani e dei Calabresi vive a più di 1 ora di distanza da un aeroporto. Inoltre, quel che è peggio, PALERMO E CATANIA non riescono ad accontentare le numerose richieste, soprattutto nei periodi festivi, dei turisti e dei migranti che partono e arrivano. Le poche compagnie aeree che collegano la Sicilia con MILANO, BOLOGNA o VENEZIA non hanno un numero di voli adeguato e, spesso, anche questi, hanno orari così scomodi da ESSERE FUNZIONALI SOLO AI RESIDENTI a Catania e Palermo.
Inoltre, l'"Aeroporto dello Stretto" (che pomposo nome!) di REGGIO CALABRIA è quasi irraggiungibile dalla Provincia di MESSINA, anche per colpevole disinteresse dei politici locali. Quello di TRAPANI è, invece, eccentrico e praticamente raggiungibile solo dai Trapanesi. Il numero delle cosiddette compagnie aeree low cost negli ultimi anni si è assottigliato: sparite Volareweb, AlpiEagles, Myair... quelle rimaste hanno costi poco 'low' e disponibilità di posti assai limitata! PER ASSICURARSI, ad esempio, 4 POSTI SU UN VOLO NATALIZIO BISOGNA  PRENOTARE ALMENO A LUGLIO...

DAVANTI AD INIZIATIVE POLITICHE FORTI COME QUELLE MESSE IN ATTO DAI POLITICI CAMPANI E PUGLIESI MI DOMANDO DOVE SIANO I CARI POLITICI SICILIANI? DOVE SONO TUTTI QUEGLI 'ONOREVOLI' PROVINCIALI, REGIONALI, NAZIONALI, SENATORI PALERMITANI E "PANORMITANI" (CIOE' POLITICANTI "ONOREVOLIZZATI"), BEN RAPPRESENTATI DAI VARI SCHIFANI, NANIA, SCILIPOTI, CRACOLICI E MICCICHE'. ESSI SONO DA SEMPRE COSI' ABITUATI AI PRIVILEGI DELLA CASTA DA NON RENDERSI VERAMENTE CONTO DEI DISAGI DEI LORO CONTERRANEI ORAMAI SEMPRE PIU' ISOLATI! 
L'INTERA SOCIETA' ISOLANA STA SPROFONDANDO SEMPRE DI PIU' NELL'ISOLAMENTO ATAVICO!
CONSEGUENZE IMMEDIATE DELLA SCELLERATA DECISIONE DI TRENITALIA:
1) LE NUOVE GENERAZIONI MERIDIONALI AVRANNO MOBILITA' SEMPRE PIU' RIDOTTA!
2) GLI ANZIANI DEI CETI MEDI NON POTRANNO PIU' RAGGIUNGERE FACILMENTE I CENTRI DI ECCELLENZA DELLA SANITA' NEL NORD D'ITALIA!
3) LE FAMIGLIE NUMEROSE (DA 2 FIGLI IN SU) DOVRANNO AFFRONTARE PERICOLOSI E LUNGHI SPOSTAMENTI IN AUTO O ESOSI VIAGGI IN AEREO O NAVE PER EVITARE LA MALEDETTA AUTOSTRADA SALERNO-REGGIO CALABRIA!
SI STA TRASFORMANDO LA SICILIA IN UN GRANDE CENTRO DI PERMANENZA A TEMPO INDETERMINATO, STILE LAMPEDUSA DA CUI E' SEMPRE PIU DIFFICILE ALLONTANARSI... 
ONOREVOLI DI DESTRA E DI SINISTRA, DOVE SIETE????? SIETE TROPPO IMPEGNATI AD INCIUCIARE, A SPRECARE LE SCARSE RISORSE DELL'ISOLA, A CREARE E GESTIRE CLIENTELE? E I CONSIGLIERI DELLE NUMEROSE, INUTILI, PROVINCE SICILIANE? ESISTETE? DOPO LE CAMPAGNE ELETTORALI E LE VUOTE PROMESSE DI AEROPORTI IMMAGINARI (QUELLO DEL MELA, QUELLO DI COMISO, QUELLO DELLA VALLE DEI TEMPLI) AVETE ESAURITO LE VOSTRE DEMAGOGICHE E OFFENSIVE CHIACCHIERE?
SIETE TROPPO BEN ABITUATI A PRENDERE (IN AUTO BLU) L'AEREO DA PALERMO! PER VOI ROMA O MILANO SONO MOLTO VICINE... AL LIMITE VI INTERESSA CHE I VOSTRI RAMPOLLI -IMMERITEVOLI- RAGGIUNGANO LONDRA CON VOLO DIRETTO (GIORNALIERO!)! VERGOGNATEVI, ORMAI NON RAPPRESENTATE NEMMENO GLI ALLOCCHI CHE VI HANNO VOTATO! IMPARATE DAI PUGLIESI, DAI LUCANI E DAI CAMPANI, TRONFI E ARROGANTI, IMPARATE DA LORO COME SI GUADAGNA IL RISPETTO DEGLI ELETTORI, VERGOGNA!!!
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Corriere del Mezzogiorno.it  -29 novembre 2011
 Mobilitazione dei sindaci pugliesi contro Trenitalia: il documento

«Non si può tagliare il Mezzogiorno da rete nazionale»



Dalla Puglia, da Foggia è partita ieri la battaglia dei sindaci per il "diritto alla mobilità". Per una «giustizia infrastrutturale» che oggi non c’è, un divario tra Nord e Sud del Paese destinato ad aumentare e che presto non consentirà a migliaia di meridionali di avere a disposizione neppure tutti i collegamenti con Intercity ed Eurostar fino a questo momento ancora garantiti sui binari pugliesi, lucani, campani, calabresi e siciliani. Il 7 dicembre i sindaci, con l’appoggio dell’Anci nazionale e dell’Anci Puglia, hanno protestato a Roma dinanzi alle sedi del ministero dello Sviluppo economico e di Ferrovie dello Stato:

«Atti unilaterali che riguardano il Sud e che colpiscono i suoi diritti non saranno più accettati. A partire da ora non accetteremo mai più queste decisioni come fatti ineludibili, la Puglia e la Campania non intendono più essere oggetto di spoliazioni. Chi sta immaginando di risolvere il problema Italia smobilitando e depredando il Sud non ha capito nulla. Agiremo come soggetto collettivo, rompendo l’antica tradizione meridionale di affrontare singolarmente il Governo». Anche il presidente della Regione, Nichi Vendola ha scritto al ministro per le infrastrutture Corrado Passera esprimendo il proprio disappunto per i tagli profilati: «Non possiamo assolutamente condividere azioni o decisioni che tendono a rallentare o frenare i programmi di sviluppo di un territorio che sono fortemente connessi alla soddisfazione di esigenze di mobilita».
Antonella Caruso
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LEGGENDO QUESTO PEZZO MI SONO VENUTI I BRIVIDI:


"LA STAMPA" - 11/12/2011

A bordo del "diretto del sole" Palermo-Torino che da oggi viene soppresso. Negli scompartimenti le stesse storie di lacrime e speranza di 50 anni fa

Presto, presto, scendete, sta partendo». Jessica, 19 anni, devono quasi buttarla giù dal treno, in un precipizio di parole, baci e singhiozzi. Sharon, che di anni ne ha 4, scoppia a piangere vedendo la nonna allontanarsi con la faccia incollata al finestrino, le lacrime che rigano il vetro. «Mamma, mamma, non te ne andare», grida la ragazza. «Nonna, nonna, resta qui», implora la bambina, con la faccia avvampata come il vestitino fucsia a balze. «Vita mia, sangue mio», risponde lei, 44 anni appena, mentre il treno alle 12,32 lascia la stazione centrale di Palermo. I nomi sono quelli delle dive hollywoodiane, ma le lacrime sono le stesse di mezzo secolo fa, quando su questi binari partivano e restavano Rosalie e Concette, Carmele e Giuseppine. «Vita mia, sangue mio», ripete per ore abbracciata alla figlioletta Miriam, l’unica delle tre che porta con sé verso una nuova vita a Torino, mentre l’ultimo Treno del Sole – il convoglio che per 57 anni ha unito i due capi della Penisola – sferraglia a strapiombo su un mare da cartolina siciliana, con le pale di fichidindia che scorrono accanto ai binari e il sole estivo che investe lo scompartimento.
Ultimo viaggio: da oggi niente più collegamenti diretti tra Sud e Nord, per risalire lo Stivale bisognerà fare almeno una tappa a Roma o, in direzione contraria, a Bologna. Addio, proprio nell’anno centocinquantesimo dell’Italia unita, al Treno del Sole, ma anche al Conca d’Oro (Palermo-Milano), al Freccia del Sud (Catania-Milano), al Treno dell’Etna (Siracusa-Torino), alla Freccia della Laguna, il Palermo-Venezia. Tutti vagoni protagonisti di una seconda unificazione del Paese, con l’incontro-scontro tra dialetti e culture, l’emigrazione di massa, la partecipazione degli operai meridionali al boom economico nazionale.
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La signora Maria, 86 anni pieni di forza e di agilità, salita a Barcellona Pozzo di Gotto, non fa una piega. «E vabbè, pazienza, io su questo treno ci viaggiavo quando i sedili erano di legno, che cosa me ne importa delle lenzuola? Dormo vestita». Va a Pinerolo a trovare le sue figlie, anche loro emigrate: una infermiera, l’altra insegnante.  «È l’ultima volta che parto da sola, come faccio al ritorno a scendere e salire dai binari, a fare il viaggio pezzo a pezzo? Mi dovrà accompagnare qualcuno».
È ora di pranzo, sul treno non c’è una carrozza ristorante e non passa nemmeno un venditore di panini. Gli scompartimenti – due metri e mezzo per tre – si riempiono di chiacchiere, confidenze, storie di vita. Si parla in dialetto. Via le scarpe, tutti in pantofole come a casa.
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I vagoni corrono veloci sulle rotaie, superano il buio delle gallerie, si riaffacciano alla luce. Dai finestrini passano migliaia di case, migliaia di vite: tinelli e giardinetti di condominio, bambini con il grembiule all’uscita da scuola, donne che stendono i panni. Ci si abbandona, dentro questo ventre sferragliante e familiare. Ci si affida. Non nello spazio breve e vorticoso di un volo, ma su un cammino lungo, accidentato, fatto di uomini e sudore.  «Il treno è una grande metafora della vita», sentenzia Nino, ferroviere in pensione, innamorato dell’odore del carbone e della ferraglia. Squillano poco i telefonini, non c’è neanche una presa elettrica per ricaricarli, il tempo è sospeso. Poco prima delle quattro del pomeriggio si arriva a Messina, quasi un’ora di attesa prima dell’imbarco sulla nave. E un’altra ora allo sbarco. Si ripartirà da Villa San Giovanni alle 18,53. Tre ore di stop per soli venti minuti di traversata. «Siamo in ritardo?», chiede qualcuno ai ferrovieri in stazione. «No, è l’orario normale». Tanto che salgono nuovi passeggeri. C’è una signora distinta, aria professorale, zaino da viaggiatrice spiccia. Si chiama Nicolina Malara, calabrese di nascita, ordinario di Matematica all’Università di Modena e Reggio Emilia, figli poliglotti, cittadina del mondo. «Sono arrivata ieri sera da Bologna – racconta – adesso riparto per Torino. Se l’avessi dovuto fare in aereo, ci avrei messo due giorni che non mi potevo permettere. Il treno non è un mezzo lento, fa risparmiare tempo, perché parte dal centro città, non richiede spostamenti intermedi, consente di produrre, di leggere, di lavorare a bordo. L’aereo, oltretutto, ha consumi di carburante spaventosi, non è affatto il mezzo del futuro».
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Laura Anello

IL TESTO INTEGRALE: http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/433920/

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E I POLITICI DEL NORD? IN VENETO, AD ESEMPIO, ZAIA sulla soppressione dei treni notturni non alza ciglio. E' davvero un politico LIMITATO, come tutti gli omini verdi. E' poco lungimirante nei confronti degli albergatori di Jesolo che, GRAZIE ALLE GITE SCOLASTICHE DEI TERRONI, tengono aperti i loro casermoni anche d'inverno. Poco attento alle esigenze del turismo termale: egli forse non sa che il treno Palermo-Venezia, per decenni ha avuto come fermata fissa ABANO-MONTEGROTTO. Spero davvero che adesso i meridionali scelgano altre località nel centro d'Italia! E, spero vivamente che si rivolgano ad altre strutture sanitarie, magari situate in Lazio o Toscana. Ecco, invece, cosa preoccupa il "mio" governatore Zaia: l’inasprimento tributario sulle barche di lusso. Dice il politico leghista, ex-PR: "Giusto tassare la proprietà ma non l’ormeggio, altrimenti i turisti del mare ci abbandoneranno e sceglieranno la Croazia". Sai che perdita! Il 70% di proprietari italiani di barche di lusso dichiara meno di 50 mila euro all'anno... ANDATEVENE PURE VIA, PARASSITI!