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venerdì 22 aprile 2011

CENTENARIO DEL TERREMOTO DI MESSINA (1908)

QUESTA MAIL E' STATA SCRITTA A PAOLINI NEL 2006


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Gentile Sig. Paolini,
mi chiamo Benedetto, ho 36 anni e insegno Storia dell'Arte. Sono nato a Messina ma ho sempre vissuto a Milazzo.
Seguo sempre con interesse i suoi recital documentatissimi sui grandi artisti italiani e i suoi  appassionati interventi di denuncia.
Le volevo segnalare l'approssimarsi del centenario del tragico terremoto di Messina, il sisma più catastrofico della storia della nostra penisola: per entità di danni materiali e numero di vittime tra la popolazione si possono fare confronti, forse, solo con l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.!
Prevedo tra un paio di anni le solite cerimonie con autorità locali e qualche squallido politico di II o III fila (naturalmente amico di Cuffaro) che lancerà qualche ghirlanda nello Stretto...
Invece, secondo me, se ne dovrebbe occupare Lei. Su sua richiesta sarei lieto di fornirLe tutto il materiale utile a stendere una bella ORAZIONE CIVILE... per far riflettere noi Italiani dalla memoria cortissima!
Andrebbe sottolineato che è stata la prima grande vera emergenza nazionale dell'Italia da poco unita. Il Governo reagì con lentezza (i primi soccorsi furono prestati da marinai russi!) e male, imponendo la legge marziale per passare per le armi successivamente anche alcuni sopravvissuti: furono frettolosamente fucilati degli sventurati che frugavano tra le rovine delle proprie case! Si potrebbe accennare anche alle migliaia di vittime calabresi spesso dimenticate, in particolare di Villa S.Giovanni.
Dopo il terribile terremoto del 1783 già c'erano tutte le avvisaglie del pericolo ma i Messinesi furono invece lasciati liberi di costruire senza criterio (splendida la descrizione di Goethe delle rovine di Messina).
La città, dopo il 1908, fu ripopolata da contadini calabresi e siciliani, "deportati" con la promessa di una casa in muratura. Si tratta delle famigerate "baracche", edificate tra le due guerre mondiali, di cui ne rimangono ancora parecchie centinaia e che costituiscono la VERA VERGOGNA d'ITALIA!  Una città che poteva rinascere come esempio di città funzionale e moderna (persino Le Corbusier aveva presentato un progetto!) e invece fu scriteriatamente riempita di cubi di cemento scadente, forniti dalle imprese legate al Regime...
Per me è quasi inevitabile far riferimento all'attuale situazione dell'area dello Stretto, all'economica depressa e all'inquinamento ambientale. Una città che, da sola, sopporta sulle sue fragili strade TUTTO il traffico veicolare proveniente dall'Italia.
Problematiche di lunga data che una combriccola di affaristi. massoni e mafiosi dichiara di voler affrontare e risolvere costruendo un PONTE che pur venendo ancora spacciato per "grande monumento al progresso”  nessun abitante delle due sponde realmente vuole.
Viene per questo criminalmente minimizzato il latente pericolo di un devastante TERREMOTO e del conseguente TSUNAMI che si può verificare sia nell'area dello Stretto sia nel vicino arcipelago eoliano.

La polis di Zancle-Messana è solo un ricordo seppellita sotto metri di macerie; la città del pittore Antonello è morta cento anni fa! Dico "defunta" perché dopo il terremoto e le sue 80.000 vittime solo 2.500 nuclei familiari furono censiti a Messina: gli "indigeni" insomma si erano quasi del tutto estinti! Era una città fiera e ribelle, dalla storia millenaria, che aveva tentato di rimanere indipendente per secoli in un Sud depresso ed angariato da re e vice-re di Palermo e di Napoli. La città si ribellò agli Spagnoli nel 1648 per non perdere quei privilegi ed esenzioni economiche che aveva ottenuto, nel tempo, dai sovrani e per questo venne brutalmente cannoneggiata ("Messina restituita alla Spagna", dipinto di Luca Giordano al Prado)! Questa città è sparita per sempre come la maggior parte dei suoi bellissimi monumenti medievali e rinascimentali: pitture di Antonello e Polidoro da Caravaggio; sculture di Jacopo del Duca, Montorsoli, Calamech; architetture di Camillo Camillliani, Guarino Guarini e Filippo Juvara... per citare i più celebri!
La Messina del 2000 è una città dominata dalla massoneria e dalla mafia calabrese, centro minore che sopravvive grazie ad un'economia terziaria parassitaria: l'azienda cittadina "più importante" è l'Università! Sotto questa fragile crosta economica si intrecciano loschi e lucrosi interessi e per questo fu definita giustamente "verminaio" qualche anno fa da Nichi Vendola. Beh, ci sarebbe tanto di cui parlare... Io mi metto a Sua completa disposizione.
Rimango in attesa di un Suo cortese riscontro.
Cordiale saluti

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MI HA RISPOSTO UN'IMPIEGATA DELLA JOLEFILM QUALCHE SETTIMANA DOPO PER COMUNICARMI LACONICAMENTE CHE MR. PAOLINI AVEVA ALTRI PROGETTI IN CANTIERE... ALMENO CI HO PROVATO!

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